Proprio adesso che il maltempo ha causato l’ennesima crisi energetica. Già, perché da dipendenza da gas è affetta anche la mastodontica pubblica amministrazione italiana. Al punto che, qualche giorno fa, con la gelata che sarebbe arrivata di lì a poco, il ministero dell’economia guidato da Mario Monti ha preparato un maxibando di gara per la fornitura di gas naturale agli uffici pubblici disseminati in tutto il territorio nazionale. In ballo c’è la necessità di fornire un volume massimo di 310 milioni di metri cubi, a un costo stimato di 209,3 milioni di euro. Cifre consistenti, che dimostrano quanta sete di gas ci sia in ogni ganglio dell’apparato statale, dal centro alla periferia. E permettono anche di capire l’interesse che, in un modo o nell’altro, tutta l’operazione possa suscitare nei principali attori del mercato energetico. Cominciamo subito dicendo che la fornitura avrà una durata di 12 mesi, dal momento in cui verrà firmato l’accordo. Tecnicamente le carte sono state predisposte dalla Consip, la società del ministero dell’economia che funge da centrale acquisti per la pubblica amministrazione con lo scopo di garantire forniture a costi convenienti e di far risparmiare lo stato. Oggetto del bando è la stipula di una convenzione per la fornitura di gas naturale e dei servizi connessi in favore delle pubbliche amministrazioni. Il meccanismo prevede che le singole forniture vengano poi effettuate dalle società che si aggiudicheranno la gara sulla base di singoli contratti firmati con le amministrazioni, dalle quali arriveranno gli ordinativi. Ora, dai documenti di gara si apprende che la procedura è divisa in 7 lotti geografici, per ciascuno dei quali è previsto un massimale di fornitura. In tutto, come emerge chiaramente dal disciplinare, si tratta di 310 milioni di metri cubi. Con la stipula della convenzione, le società aggiudicatarie dei relativi lotti sono obbligate ad accettare gli ordinativi emessi dalle amministrazioni fino a concorrenza dei quantitativi massimi previsti per ciascun lotto. I quantitativi, però, non devono essere considerati vincolanti per la Consip e per le singole amministrazioni pubbliche. Senza contare che gli stessi volumi potranno subire delle variazioni in eccesso o in difetto in considerazione dei quantitativi effettivamente erogati dal fornitore e consumati dalle amministrazioni rispetto a quanto era stato ordinato. Insomma, alla luce di tutti questi dettagli, il corrispettivo dovuto da un’amministrazione verrà calcolato sulla base dell’effettivo consumo di gas naturale, anche se dovesse essere differente dal quantitativo indicato nell’ordinativo. I numeri del maxiappalto, dicevamo, sono di tutto rispetto. Ma va considerato il fatto che il fabbisogno annuale di gas naturale per gli uffici pubblici è quantificato in 1,4 miliardi di euro. Per questo i numeri inseriti nei documenti di gara dalla Consip, presieduta da Raffaele Ferrara e amministrata da Domenico Casalino, dovrebbero garantire un corposo risparmio. Alla gara saranno senza dubbio interessati numerosi operatori del mercato. L’ultima assegnazione, avvenuta nell’agosto dell’anno scorso per un totale di 127 milioni di euro, ha premiato un big come Edison e una folta schiera di piccole municipalizzate. Tra queste spiccano Soenergy, che fa capo al comune di Argenta (23 mila abitanti in provincia di Ferrara) e la Estra Energie, il cui pacchetto di maggioranza è detenuto da un folto drappello di comuni toscani.
Gli uffici pubblici vanno a tutto gas
Il Tesoro cerca una fornitura di circa 310 mln di metri cubi
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