ROMA – Produrre 500 milioni di risparmi. È l’obiettivo minimo che il Governo punta a ottenere con il de-creto sulle semplificazioni, approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso e in attesa di pubblicazione sulla Gazzet-ta Ufficiale. A confermarlo è la relazione illustrativa al Dl che indica nelle imprese le principali destinatarie del provvedimento. Il documen-to parte dal recente studio della Banca mondiale «Doing business in a more transparent world» che col-loca l’Italia all’87esimo po-sto su 183 Paesi (il 25esimo su 26 dell’Ue, davanti alla sola Grecia) quanto a facili-tà di fare business. E, pas-sando dalla stima della Fun-zione pubblica che nei mesi scorsi ha quantificato in 23 miliardi gli oneri ammini-strativi relativi a 81 proce-dure particolarmente rile-vanti per le aziende, arriva a indicare le due finalità prin-cipali del provvedimento: «tagliare i costi della buro-crazia per le imprese» e «di-sboscare la giungla delle procedure». Sul primo pun-to la relazione quantifica in 500 milioni i guadagni già stimati grazie alle tecniche di misurazione degli oneri amministrativi realizzate da Palazzo Vidoni con il coin-volgimento delle associa-zioni imprenditoriali e l’as-sistenza tecnica del l’Istat. Di questi, 313 milioni arri-veranno dall’eliminazione del documento programma-tico sulla sicurezza per la privacy, contenuta nell’arti-colo 45 del decreto; altri 140 milioni arriveranno dal-la riduzione dei costi in ma-teria di appalti grazie alla Banca dati dei contratti pubblici prevista all’articolo 20. Ma il conto, spiega l’E-secutivo, è destinato a cre-scere con «i consistenti ri-sparmi attesi dall’adozione di misure di particolare ri-lievo e di carattere genera-le» come «i regolamenti in materia di controlli per le imprese», «la semplifica-zione delle procedure auto-rizzatorie per l’esercizio di attività economiche» e «l’autorizzazione unica in materia ambientale per le Pmi. Proprio quest’ultima misura, sostituendo gli at-tuali adempimenti di com-petenza di diverse ammini-strazioni (scarichi, emissio-ni, rifiuti, e così via), po-trebbe generare minori spe-se per 1,3 miliardi. Laddove 10 milioni di risparmi sono attesi dall’obbligo per le Pa di scambiarsi solo online i dati riguardanti i cittadini. Quanto al secondo punto, la giungla da “disboscare”, la relazione è utile anche a comprendere meglio i bene-fici di alcune disposizioni settoriali contenute nel testo «semplifica-Italia». E a scoprire, ad esempio, che lo snellimento delle procedure per la richiesta di contributi e aiuti al l’Unione europea dovrebbe interessare circa 800mila aziende agricole, oppure che una delle 15 normative abrogate con il taglia-leggi (il regio decreto sulla regia Guardia di finan-za) era in realtà inapplicata da oltre 60 anni.
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