Dante Pasqualini è l’ex presidente dell’Associazione costruttori di Trento. La sua impresa, la Costruzioni Pasqualini di Ala, è stata messa in liquidazione a dicembre. Il rapporto tra l’azienda e le banche ultimamente è stato difficile. Difficile è anche la situazione dell’azienda ma Pasqualini più di tanto non vuole dire: «Non adesso, ci sono troppe questioni da affrontare». Tra queste, la recente richiesta di concordato preventivo depositata al tribunale di Rovereto.
Un’impresa cresciuta negli anni, quella di Pasqualini, nata nel 1979 e passata nel tempo al settore dei grandi appalti. Poi, però, è arrivata la crisi, il calo del fatturato, sceso prima a 13,5 e poi a 6,4 milioni e la perdita di esercizio che nel biennio 2009-2010 ha portato a un rosso complessivo di 7 milioni di euro. La trattativa con le banche, nell’aprile scorso, aveva portato a un accordo di ristrutturazione dei debiti: il rientro previsto era sulla base dei tre anni, periodo nel quale la Pasqualini Costruzioni avrebbe dovuto ripianare un indebitamento di 35 milioni.
Ma il perdurare della crisi, il rallentamento di alcuni progetti importanti come quello all’ex ospedale Umberto di Mestre e il ritardo nei pagamenti di alcuni clienti (tra cui anche il Comune di Rovereto, che all’azienda deve ancora 200mila euro) hanno messo ancor più in difficoltà l’azienda. Che, di conseguenza, non è più riuscita a rispettare i tempi previsti dal piano di ristrutturazione dei debiti. Così, a novembre, perde la pazienza una delle banche creditrici, la Popolare dell’Alto Adige, che ottiene dal tribunale di Rovereto due decreti ingiuntivi per recuperare il proprio credito, pari a 1,8 milioni: vengono ipotecati beni dell’impresa per 2,2 milioni. A dicembre, quindi, la società viene messa in liquidazione.
Sarebbe bastata un po’ di pazienza in più da parte delle banche? Pasqualini si trincera dietro a un «no comment» e continua a fare il possibile per salvare il salvabile: «Con le banche – racconta – ci parlo tutti i giorni». Ma nel frattempo i cantieri dell’impresa di costruzioni sono fermi e i 15 dipendenti nel nuovo anno non hanno ancora ottenuto stipendi, senza contare, come denuncia la Cgil, che agli impiegati non è stata versata neppure la tredicesima.
Sul futuro dell’azienda edile se ne saprà di più nei prossimi giorni, quando è stato programmato un nuovo incontro tra azienda e sindacati. Entro quella data potrebbero sbloccarsi i lavori a Mestre e dovrebbero chiarirsi anche altre situazioni. I sindacati sono preoccupati: «L’azienda – dicono – è in bilico».
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