La relazione di fine mandato può attendere.I sindaci in scadenza che si ricandideranno alle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio saranno dunque esonerati dall’obbligo di informare i cittadini su cosa hanno fatto e come hanno speso i soldi pubblici. L’obbligo di redigere (e di rendere pubblico sul sito internet del comune) quello che da più parti è stato definito come una sorta di «testamento politico» del primo cittadino costituisce uno dei fiori all’occhiello dell’ultimo decreto legislativo attuativo del federalismo fiscale, il dlgs n.149/2011, che è anche uno degli ultimi provvedimenti approvati dal governo Berlusconi.
La relazione di fine mandato avrebbe dovuto debuttare dalle prossime elezioni di maggio se il governo presieduto da Mario Monti avesse deciso di rispettare il timing previsto nello stesso dlgs.
Entro 90 giorni dall’entrata in vigore del dlgs (5 ottobre 2011), e dunque entro il 5 gennaio 2012, il ministero dell’interno, d’intesa col Mef, avrebbe dovuto approvare, previo accordo in Conferenza stato-città, lo schema tipo per la redazione del testamento politico dei sindaci, nonchè uno schema semplificato per i comuni con meno di 5.000 abitanti.
Fatto sta che i tecnici del dicastero guidato da Anna Maria Cancellieri si sono subito messi al lavoro per predisporre una bozza di provvedimento da portare in Stato-città in tempo utile per le prossime amministrative.
Ma con sorpresa nell’ultima riunione della Conferenza (quella del 1° marzo in cui tra l’altro è stato raggiunto l’accordo sulla ripartizione del fondo di riequilibrio dei comuni e delle province) dello schema di relazione di fine mandato non c’è stata traccia. Il testo, atteso per l’esame, è stato alla fine cancellato dall’ordine del giorno, tutto dedicato invece alla finanza locale.
Il decreto è stato però esaminato lo stesso «fuori sacco» su richiesta degli stessi enti locali (evidentemente preoccupati per l’entrata in vigore dell’obbligo di trasparenza) e la Cancellieri è stata chiara: slitta tutto. «E’ bene soprassedere», ha detto il ministro, «per quest’anno si deroga in attesa che il Viminale definisca gli ultimi dettagli dello schema tipo». Un vero e proprio time-out, quello chiesto dal ministro, che renderà però impossibile l’applicazione delle nuove regole sin dalle prossime elezioni amministrative nelle quali sarà coinvolto un campione significativo di comuni (1017 comuni, in pratica uno su otto).
Ma cosa c’è (o meglio ci sarebbe dovuto essere) nella relazione di fine mandato di così «compromettente»? Nulla per un sindaco che non abbia niente da nascondere. Il decreto attuativo del federalismo chiede di far luce su:
– sistema ed esiti dei controlli interni;
– eventuali rilievi della Corte dei conti;
– azioni intraprese per il rispetto dei saldi di finanza pubblica programmati e stato del percorso di convergenza verso i fabbisogni standard;
– situazione finanziaria e patrimoniale del comune e delle società controllate;
– quantificazione dell’indebitamento.
Il dlgs n.149 impone la sottoscrizione della relazione non oltre il novantesimo giorno antecedente la data di scadenza del mandato. Entro e non oltre dieci giorni successivi alla sottoscrizione il documento deve essere certificato dall’organo di revisione del comune.
Il sindaco inadempiente, prosegue il decreto, deve spiegare le ragioni della mancata compilazione dandone notizia sul sito istituzionale del comune. Una gogna mediatica da cui per quest’anno i sindaci saranno al riparo.
Fondo di riequilibrio e Imu. Intanto a tenere banco nella dialettica governo-comuni c’è il problema della ripartizione del fondo di riequilibrio (che quest’anno ammonta a 6,8 miliardi, si veda ItaliaOggi del 2/3/2012). I conti infatti sembrano non tornare per molti comuni e a far saltare il banco per i sindaci è l’incerta quantificazione del gettito Imu che nelle attese di Monti dovrebbe compensare i tagli al fondo. Tuttavia, le prime cifre circolate sulla ripartizione delle spettanze sono largamente inferiori alle attese dei singoli enti (il che per il momento ne impedisce la pubblicazione sul portale dell’Ifel) nonostante sulla quantificazione del fondo l’Anci abbia espresso parere favorevole nella Stato-città del 1° marzo. Il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, ha chiesto alla Conferenza «l’urgente convocazione del tavolo tecnico sulla finanza locale» per verificare «il percorso di attuazione del decreto salva Italia ed i suoi riflessi sulla predisposizione del bilancio di previsione per il 2012». Una richiesta di incontro è stata anche inviata ai relatori del dl fiscale, Antonio Azzolini e Mario Baldassarri.
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