Un dossier che, in realtà, vede anche le altre Regioni in costante movimento: dalla Calabria al Piemonte, infatti, sono continui gli interventi di “manutenzione” delle normative locali. Una serie di correzioni o di riscritture integrali (si vedano i servizi in pagina) guidate da una filosofia di fondo: favorire la ripresa dei cantieri, obiettivo finora mancato in quasi tutte le Regioni, tranne Veneto e Sardegna.
La nuova legge lombarda (la 4/2012, in vigore dal 17 marzo scorso) è stata approvata sulla scorta delle indicazioni date dal Governo con il Dl Sviluppo 70/2011, richiamando la disciplina del precedente piano casa – legge regionale 13/2009 – e dà il via libera a una serie di interventi straordinari che potranno essere richiesti entro il 31 dicembre 2013. In particolare, il nuovo piano casa della Regione guidata da Roberto Formigoni prevede quattro tipi di interventi.
eIn primo luogo, il recupero degli immobili esistenti: per gli edifici o le porzioni di edifici ultimati entro il 18 luglio 2009, o, se si trovano in zona agricola, autorizzati prima del 13 giugno 1980, la legge lombarda consente gli interventi di recupero già disciplinati dalla legge regionale 13/2009. È quindi possibile utilizzare le volumetrie e le superfici edilizie per destinazioni residenziali. Inoltre, i seminterrati possono essere usati per destinazioni accessorie alla residenza, per attività economiche ammesse e per attività professionali. Nelle zone agricole è invece consentito il recupero di fabbricati fino a 600 metri cubi per adattarli a funzioni residenziali complementari a quelle agricole, funzioni ricettive non alberghiere, uffici e attività di servizio. Se poi gli interventi portano a migliorare l’efficienza di interi edifici, è riconosciuta una volumetria aggiuntiva del 5 per cento. Una norma ad hoc è dedicata ai nuclei familiari con persone con handicap o non autosufficienti: i Comuni potranno autorizzare ampliamenti fino a 100 metri cubi per adeguare i loro appartamenti. Gli interventi possono essere attuati solo nelle zone dove i Comuni non abbiano escluso l’applicazione del precedente Piano casa, ma la delibera può essere modificata per consentire i nuovi lavori.
rIn secondo luogo, il Piano casa lombardo regola l’ampliamento e la trasformazione di edifici non residenziali. Entro il 30 settembre di quest’anno i Comuni possono infatti individuare le aree produttive nelle quali è consentito ampliare del 10% (fino a 500 metri quadrati) gli edifici industriali e artigianali ultimati entro il 18 luglio 2009. Inoltre, i Comuni dove la domanda di abitazioni è elevata possono autorizzare la trasformazione per funzioni residenziali di edifici per ospitare uffici esistenti al 31 marzo 2005 e da allora non utilizzati per attività lavorative ed economiche. I Comuni possono infine consentire l’ampliamento, fino a 200 metri quadrati, di alberghi, purché non si superino determinati parametri (l’indice fondiario e il rapporto di copertura non oltre il 50% e l’altezza di 4 metri).
tLa nuova legge ammette poi la sostituzione di edifici che si trovano all’esterno dei centri storici con nuove strutture più ampie fino al 30%, a condizione che diminuisca il fabbisogno di energia. All’esterno dei centri storici è anche ammessa la sostituzione di edifici parzialmente residenziali e non residenziali in zona in prevalenza residenziale con nuovi fabbricati residenziali di volumetria e altezza non superiori a quelle esistenti e rapporto di copertura maggiorato fino al 25 per cento. È poi consentita, purché sia garantita la riduzione del fabbisogno di energia, la sostituzione di edifici industriali e artigianali esistenti in aree a destinazione produttiva con nuove costruzioni ampliate fino al 30 per cento. Gli interventi di sostituzione possono essere realizzati mediante demolizione e ricostruzione e, se assicurano una determinata copertura del fabbisogno energetico, possono usufruire di un bonus volumetrico del 10 per cento. Sono previsti altri bonus volumetrici in relazione all’inserimento paesistico del progetto. Anche qui, gli interventi possono essere fatti solo nelle zone in cui i Comuni non abbiano escluso l’applicazione del Piano Casa 2009, salva la facoltà di modificare la perimetrazione.
uInfine, il nuovo Piano casa agevola l’edilizia residenziale sociale. Per realizzare alloggi sociali, appartamenti per locazione temporanea a fini sociali e edifici di edilizia universitaria convenzionata si potrà chiedere: l’ampliamento degli edifici sociali esistenti al 31 marzo 2005, con incrementi fino al 40% per gli edifici di proprietà pubblica e fino al 20% per gli altri; la sostituzione del patrimonio edilizio, anche con gli stessi bonus volumetrici; la variazione della destinazione d’uso. Gli interventi si possono chiedere entro il 31 dicembre 2014.
+10%
Più volume ai capannoni
Entro settembre i Comuni lombardi individuano le aree dove sarà possibile applicare l’ampliamento
+40%
Cresce l’edilizia sociale
Aumento volumetrico elevato per gli edifici di proprietà pubblica costruiti entro marzo 2005
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