Non c’è ancora una data fissata per la gara, si parla genericamente dell’anno in corso (il limite previsto dalla normativa italiana). Però, almeno, la Regione Lombardia ha definito i confini delle aree in cui verrà messo a bando il servizio, come impone la legge nazionale. La novità principale è la radicale riduzione del numero dei bacini, che passano da 22 a 5, in corrispondenza coi confini amministrativi delle province di Bergamo; Brescia; Como, Lecco, Sondrio e Varese; Cremona e Mantova; Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia.
Attualmente operano in Lombardia 120 aziende, pochi gruppi grandi e internazionali e molte piccole realtà. Il frastagliamento è insomma la caratteristica più evidente del settore sul territorio. Questo nuovo assetto dovrebbe favorire le aggregazioni aziendali e le fusioni in gruppi più grandi e competitivi, visto che d’ora in poi ad ogni bacino dovrebbe corrispondere un solo operatore. Le gare verranno bandite dalle agenzie del trasporto, una per ogni bacino. L’altra novità rilevante è l’obiettivo di arrivare ad una integrazione tariffaria, per superare le sperequazioni a danno degli utenti.
La norma prevede anche nuovi obiettivi sul trasporto ferroviario locale. La Regione Lombardia si prefigge di raggiungere con i treni un milione di passeggeri entro il 2015, partendo dagli attuali 670mila passeggeri al giorno. Il Pirellone calcola che con questi numeri le code in auto si ridurranno di 13mila Km. In generale tutta la riforma del servizio su gomma e su ferro dovrebbe dare benefici economici per 145 milioni, stimati dalla Regione Lombardia. A produrre risparmi saranno la razionalizzazione della rete, l’efficientamento dei costi, l’integrazione dei servizi e degli operatori, l’attuazione dell’integrazione tariffaria. Inoltre il servizio nel suo complesso dovrebbe migliorare. Per arrivare a questo traguardo in Lombardia si è partiti nel 2007. Nel 2008 è stato firmato il Patto per il Tpl lombardo, ma la riforma arriva solo adesso. L’ultimo passo saranno le gare, anche se è probabile che anche qui, come in altri parti d’Italia, si aspetti per tutto il tempo concesso dalla deroga nazionale, cioè fino alla fine del 2012.
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