Se c’è espropriazione illegittima, c’è anche danno morale. Il cittadino che viene espropriato del proprio terreno ha diritto a che l’amministrazione, se sbaglia, paghi non solo il valore del bene. L’ente deve pagare anche i danni non patrimoniali. Può costare, dunque, molto caro non seguire le procedure. La manovra 2011 (decreto legge 98) appesantisce il conto delle espropriazioni (prevedendo appunto il ristoro del danno morale). E questo anche per vecchi espropri, iniziati prima dell’entrata in vigore del decreto 98 citato.
È quanto ha stabilito il Consiglio di stato, con la sentenza n. 5844/2011, chiamato a pronunciarsi su una lite insorta tra il comune di Nuoro e una serie di cittadini rimasti senza terreni.
L’amministrazione, infatti, decide di realizzare alcune opere di urbanizzazione del territorio. Ma il luogo prescelto coinvolge le proprietà di alcuni privati. Così, vengono approvati i progetti e si procede con un’occupazione d’urgenza, con valenza di dichiarazione di pubblica utilità. I terreni vengono progressivamente trasformati fino a ottenere una quadro irreversibile. Tuttavia, i decreti di espropriazione, necessari per completare la procedura di espropriazione, arrivano in ritardo. L’occupazione dell’amministrazione, nata come legittima, diviene illegittima. Si tratta, infatti, di un’occupazione appropriativa, non ammessa dalla legge. Il tribunale amministrativo per la regione Sardegna, adito dai cittadini lesi dal comportamento dell’amministrazione, annulla l’espropriazione e quantifica i danni. I ricorrenti ritengono il risarcimento non appagante e si rivolgono in appello al Consiglio di stato, che rimescola le carte. La sentenza richiamata, oltre a ribadire che al cittadino dev’essere corrisposto un risarcimento del danno che sia rapportato al reale pregiudizio arrecato per la perdita della proprietà, ossia al valore venale del bene, fa un ulteriore passo in avanti. Ai danni patrimoniali, dice la Corte, si sommano quelli non patrimoniali. Con la «Manovra economica 2011», dl n. 98 del 6 luglio 2011, infatti, è stato introdotta una nuova norma nel Testo Unico in materia di espropriazioni, finalizzata a riconoscere al proprietario illecitamente espropriato un indennizzo comprensivo sia del pregiudizio patrimoniale sia di quello non patrimoniale. Nel caso specifico quest’ultimo, visto come «danno morale», viene quantificato, in via equitativa, in 50 mila euro, da rivalutare sulla base degli indici Istat. Una bella somma, quindi, che va ad aggiungersi al valore venale del bene espropriato. E, soprattutto, un prezzo salato per l’amministrazione caduta in errore. Si noti come il riconoscimento del danno morale spetti anche ai cittadini espropriati prima dell’entrata in vigore della nuova legge che lo ha introdotto, fatti salvi i processi esauriti. Il che potrebbe incoraggiare i cittadini, oggi più di ieri, a ricorrere al giudice amministrativo, aumentando la mole del contenzioso in materia di espropriazioni illegittime.
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Il Consiglio di stato sulla manovra economica 2011
Italia Oggi
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