Lo scorso 23 marzo, la Ragioneria generale dello Stato, in una relazione tecnica indirizzata a Palazzo Madama, aveva messo nero su bianco la propria contrarietà all’abrogazione del comma 5-quinquies della legge 225/1992 decisa da Montecitorio. Per i tecnici, «tenuto conto anche della sentenza della Corte costituzionale numero 22 del 2012», si sarebbe determinata «una situazione di carenza di copertura finanziaria con riferimento al meccanismo di finanziamento delle emergenze». Già, perché la Consulta ha di recente giudicato illegittima una delle due fonti di approvvigionamento del fondo per le calamità, quella cioè che sarebbe spettata alle Regioni e a cui provvedere con la leva delle accise locali. Lasciando aperta, di conseguenza, la sola parte (originariamente di supporto) in capo allo Stato.
Ciò che resta, all’esito di questa intricata vicenda, è dunque la possibilità per l’Esecutivo di stabilire dei ritocchi all’insù delle accise per tutti gli italiani, qualora se ne presenti la necessità. E la soddisfazione del gruppetto trasversale di senatori marchigiani artefici dell’emendamento in commissione al Senato. Ora, dicono, «il Governo potrà celermente emanare le ordinanze di Protezione civile per rifondere le spese sostenute dai Comuni e dalle Regioni nella recente calamità nevosa del mese di febbraio».
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