Sul progetto della multiutility si erano cimentate svariate case d’affari, in primis Banca Leonardo (con la famosa SuperEdipower) e Mediobanca, che invece puntava sulla creazione di una maxi holding. Quello all’esame del ministero è uno schema ancora diverso che prevede, come primo passo, l’aggregazione tra A2A e Iren, due realtà simili (puntano molto sulla generazione e condividono Edipower) e che per questo consentirebbero un intervento immediato sulle sinergie di costo. Certo, c’è il problema del debito, quasi 8 miliardi complessivi, ma l’ingresso di un azionista finanziario come il Fondo Strategico lo tamponerebbe, mentre in una fase successiva potrebbero aggiungersi altre utility locali come Hera (per la verità oggi molto fredda sul dossier) e Acegas-Aps. Tecnicamente, come riferito da Radiocor, la struttura dell’operazione contempla comunque quattro tappe. Innanzitutto lo scorporo delle reti (gas, acqua ed elettricità) con la proprietà in capo agli enti locali, in secondo luogo la fusione orizzontale delle principali attività delle società operative nella newco Grande utility italiana (la famosa Gui), poi l’ingresso di nuovi azionisti con un aumento di capitale dedicato di circa un miliardo e infine l’affidamento in gestione delle reti stesse alla Gui. Questo schema da una parte libera risorse per gli investimenti del nuovo colosso, che diventerebbe un polo aggregante oltre che il leader italiano in termovalorizzazione e riscaldamento con sinergie annue fino a 300 milioni, e dall’altra grazie ai canoni dell’affitto delle reti creerebbe valore per gli azionisti pubblici, destinati comunque a uscire gradualmente dal capitale.
Realizzare il progetto Gui non sarà semplice visto che è destinato ad abbattere, una volta per tutte, la gestione «campanilistica» delle ex municipalizzate. Anche per questo, il documento suggerisce al Governo alcune azioni per velocizzare il dossier. Tra queste spiccano possibili incentivi fiscali ai Comuni, per esempio consentendo di usare per la gestione ordinaria gli introiti derivanti dalla cessione di quote della Gui piuttosto che defiscalizzando i redditi derivanti dall’affitto delle reti. Inoltre, andranno garantite tempistiche rapide sui principali progetti di sviluppo come l’eventuale costruzione di termovalorizzatori a San Filippo del Mela (in Sicilia) e Brindisi, i due siti più critici di Edipower.
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