Un emendamento per esplicitare in modo chiaro la possibilità per i professionisti di accedere alle misure sblocca-pagamenti era stato presentato dal senatore Stefano De Lillo (Pdl), ma era poi stato dichiarato improponibile. Secondo Pichetto Fratin, però, anche l’attuale versione del provvedimento ricomprenderebbe i professionisti perché le nuove disposizioni sulla certificazione includono la somministrazione di servizi. «Le norme sulla certificazione dei crediti – afferma il relatore – non specificano chi è il soggetto creditore per cui nella somministrazione dei servizi è possibile che siano ricompresi anche i professionisti».
Anche se solo in chiave interpretativa questa è l’ultima novità, in ordine cronologico, sul versante dei pagamenti dei debiti della Pa. Soprattutto per effetto delle modifiche introdotte nel Dl sulla spending review dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato il raggio d’azione delle misure sblocca-pagamenti viene esteso. Modifiche che nascono dall’emendamento presentato, con il sostegno del Governo, da Pichetto Fratin insieme all’altro relatore, Francesco Sanna, per consentire alle Regioni con “rosso sanitario” di compensare i debiti con le imprese facendo leva sulla certificazione.
Il correttivo modifica direttamente la norma primaria (Dl 185/2008) che ha escluso dal meccanismo le Regioni impegnate in piani di rientro dall’extra-deficit sanitario: Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Con un intervento ad hoc anche sul dispositivo relativo alle compensazioni tra crediti commerciali e debiti fiscali e contributivi iscritti a ruolo, il campo di applicazione delle compensazioni viene inoltre esteso anche ai debiti maturati dallo Stato e dagli enti pubblici nazionali. Questa misura, dopo il via libera del Parlamento al Dl, sarà recepita anche nel decreto attuativo sulle compensazioni attualmente al vaglio della Conferenza Stato Regioni.
Il testo approvato dal Senato prevede poi la riduzione da 60 a 30 giorni del termine entro cui l’amministrazione debitrice deve provvedere, su richiesta dell’impresa, alla certificazione dei crediti. Certificazione che non potrebbe essere rilasciata dagli enti del Servizio sanitario nazionale, Asl in testa, delle Regioni con programmi di rientro dal “rosso” accumulato per la sanità. Anche se una vera e propria clausola di salvaguardia “salva” le attestazioni rilasciate alle regioni che risultavano già commissariate nel 2010 o con già in corso operazioni di gestione del debito sanitario. In ogni caso il fondo di garanzia potrà entrare in gioco anche sulle certificazioni di Asl e Regioni con piano di rientro dai deficit sanitari (i debiti potranno essere certificati dal commissario).
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