Tagli lineari nel pubblico impiego «non coerenti con un’effettiva spending review». Rischio di sovraccosti nel passaggio di funzioni derivanti dal taglio delle Province e incertezza sulle risorse da assegnare alle nuove città metropolitane. Rischio di contenziosi e di nuovi oneri per le casse dello Stato dal nuovo dispositivo di gestione delle forniture della Pa previsto dal pacchetto-Consip. Sono questi solo alcuni dei capitoli del decreto sui tagli alla spesa finiti nel mirino del Servizio Bilancio di Palazzo Madama, che esprime più di una perplessità anche sulle misure sulla sanità e sugli affitti sostenuti dalla Pa. E chiede chiarimenti al Governo sul meccanismo attivato per evitare fino a metà 2013 l’aumento dell’Iva. Intanto sul decreto, che ha cominciato il suo iter in commissione Bilancio al Senato dove gli emendamenti dovranno essere presentati entro il 19 luglio, sale la tensione. Dopo le regioni anche i sindaci vanno all’attacco del Governo.
Il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, afferma che la spending review è «un’operazione fatta sulla carne viva dei Comuni». E, annunciando che i sindaci manifesteranno il 24 luglio davanti al Senato, aggiunge: se il Governo non ci ascolterà sarà scontro. Ma dal ministro Piero Giarda, non arrivano grandi aperture. Giarda sottolinea che i tagli ad enti locali e Regioni ammontano complessivamente a 7,5 miliardi, ovvero solo «al 3% della loro spesa complessiva», e che su questa stretta non esistono margini di trattativa. Ma Giarda aggiunge anche che in Parlamento potranno essere valutati i criteri di ripartizione del giro di vite. In altre parole, una diversa distribuzione della stretta premiando magari i Comuni più virtuosi.
Tornando al dossier del Servizio Bilancio del Senato, i tecnici sostengono che «l’incremento delle aliquote Iva ha un effetto certo ed immediato sia in termini di competenza che di cassa, mentre i risparmi di spesa possono presentarsi incerti sia nell’ammontare che nei tempi di recupero». Molte perplessità vengono espresse sul pubblico impiego e sugli effetti attesi dal pacchetto Consip. Nel primo caso si sottolinea che la riduzione degli statali «si ripropone alla luce del metodo “lineare” adottato dal dispositivo in esame, lontano dai criteri e dalle scelte che sarebbero coerenti con un’effettiva spending review». Ma il presidente della commissione Bilancio, Antonio Azzollini (Pdl), assicura che la riduzione della spesa non sarà assicurata da tagli lineari. I tecnici, da parte loro, fanno notare che occorre verificare se le riduzioni degli organici «unitamente al protrarsi del blocco del turn-over, possano comportare difficoltà a soddisfare i fabbisogni minimi di funzionamento» della Pa. Nel dossier si evidenzia che la cura dimagrante dei dipendenti deve comunque essere accompagnata da una revisione delle funzioni delle amministrazioni. Sul pacchetto-forniture le perplessità riguardano la decisione di rendere nulli tutti i contratti stipulati senza ricorrere al metodo Consip e le modalità adottate per rafforzare il meccanismo di centralizzazione degli acquisti.
Anche il Il taglio coatto del 5% sui contratti in essere per beni e servizi nella sanità rischia, secondo i tecnici del Senato, di creare un cospicuo contenzioso per le Asl e problemi di approvvigionamento. Nel dossier si sostiene poi che l’abbassamento del tetto della farmaceutica sul territorio potrebbe provocare conseguenze negative sulla redditività e i programmi d’investimento delle imprese con possibili riflessi anche di natura fiscale.
IL PESO DELLA STRETTA
30%
Sulle Regioni
Secondo il servizio Bilancio del Senato, nel 2012, il 16% delle risorse arriverà dalle Regioni ordinarie e il 14% dalle speciali. Se si somma la sanità
il contributo regionale arriva al 50 per cento. Ma nel 2013 scende al 39 per cento
22%
Sugli enti locali
Nel 2012 contributo ripartito a metà tra Comuni e Province con l’11% a testa. Nel 2013 il conto per gli enti locali sale al 29%, di cui il 19% sulle Province e
il 10% sui Comuni
7%
Sui ministeri
Il contributo 2012 sale al 24% se si sommano le riduzioni su Pa centrali, contributi pluriennali e fondo speciale di parte capitale. Nel 2013 il conto per i soli ministeri sale al 22%, il 32% se si aggiungono le altre voci elencate
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento