Il rinvio della tornata a Palazzo Chigi, non sorprende, considerate le perplessità già manifestate in preconsiglio da alcuni ministeri. A cominciare dalle coperture economiche (tra i provvedimenti introdotti dal decreto c’è la disponibilità in servizio dei medici di base 24 ore su 24). Ma è discussione animata anche sul carattere di necessità e urgenza di alcune delle misure previste dal provvedimento. Confronto aperto anche sugli effetti di alcune contromisure previste contro stili di vita giudicati scorretti, come la stretta sui giochi (videopoker lontani da scuole) o la tassa sulle bibite zuccherate.
Quest’ultima decisione ha innescato l’immediata reazione di Confindustria. Ieri a Marghera (Venezia), nella sede locale dell’associazione, è emersa una posizione decisa. «No secco – ha affermato il presidente degli industriali veneziani Luigi Brugnaro – all’ipotesi del ministro. Faccia un passo indietro. Una proposta ingiustificata e discriminatoria: le bevande analcoliche rappresentano meno dell’1% delle calorie nella dieta degli italiani. E si colpisce un comparto che a livello nazionale vale 1,9 miliardi di euro e conta circa 25mila addetti». Secondo Brugnaro (che si riferisce a analisi dell’Istituto Ref Ricerche – Assobibe e Mineracqua) «il provvedimento provocherebbe una contrazione del Pil stimata in 238 milioni di euro, 5mila lavoratori in meno, un calo dei consumi per 305 milioni e minori entrate per lo Stato per 95 milioni». La disposizione avrebbe un effetto depressivo sui consumi.
Il nuovo pacchetto salute interviene su molti punti, comprende – tra le altre cose – nuovi criteri per la nomina dei direttori delle aziende sanitarie, multe pesanti per chi vende sigarette ai minori e il divieto del pagamento in contanti per le visite effettuate in regime di intramoenia allargata, ossia fuori dall’ospedale in assenza di spazi dedicati. Inoltre è previsto un giro di vite per chi vende tabacco agli under 18, con multe fino a mille euro e la sospensione per tre mesi della licenza commerciale.
Molte delle novità contenute nel decreto hanno però sollevato perplessità di varia natura presso gli altri dicasteri, dubbi di costituzionalità, di merito, di rischio di infrazione da parte della Ue e anche di copertura finanziaria dei provvedimenti. Contro le scelte di Balduzzi si sono pronunciati anche sindacati, opposizione e diversi esponenti della maggioranza. E proprio la necessità di chiarire i dubbi ha spinto la Presidenza del consiglio a rinviare il consiglio dei ministri.
Critiche analitiche, punto per punto, sono arrivate anche da un documento elaborato dalla commissione salute della Conferenza delle Regioni, che ha anche aggiunto 5 articoli ai 27 preparati dal ministero.
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