La «social card-bis» arriva in dodici città

Welfare. Il tavolo Lavoro-Comuni

Il Sole 24 Ore
18 Settembre 2012
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Sembra arrivata alle battute finali la lunga istruttoria aperta dal sottosegretario al Lavoro, Maria Cecilia Guerra, per l’avvio della sperimentazione della nuova social card. La “carta acquisti-bis”, ridisegnata dal «Semplifica Italia» rispetto alle vecchie previsioni dell’articolo 2 del decreto legge 225/2010 (l’ultimo milleproroghe del Governo Berlusconi), sarà destinata alle famiglie con minori in condizioni di disagio economico e lavorativo e affiancherà la vecchia carta acquisti da 40 euro al mese lanciata nel 2008 e che oggi spetta agli ultrasessantacinquenni o alle famiglie con figli di età inferiore ai 3 anni con un reddito Isee fino a 6mila euro.
La nuova carta avrà un valore tra le 4 e le 5 volte superiore a quella attuale (l’importo mensile deve essere ancora stabilito e sarà differenziato in base alla numerosità dei nuclei) e verrà distribuita nel corso del 2013 in 12 città campione (Milano, Torino, Venezia, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Catania e Palermo) dove vivono 9 milioni di abitanti, il 15% della popolazione totale.
I beneficiari della nuova social card – le famiglie e non i singoli individui – oltre alle due condizioni dette (disagio lavorativo e la presenza di un minore) dovranno avere un Isee non superiore ai 3mila euro (secondo la banca dati Isee sarebbero oltre 370mila gli individui in queste condizioni) e patrimoni mobiliari e immobiliari al di sotto di soglie ancora da fissare. A queste condizioni i comuni dovranno introdurre a loro volta ulteriori criteri come il disagio abitativo o la presenza di minori disabili, per esempio, sulla base dei quali verranno definite le platee dei percettori effettivi.
Si diceva del carattere sperimentale del programma. Oltre a distribuire i 50 milioni individuati nel Fondo carta acquisti, esso servirà soprattutto come primo test nazionale di una politica attiva di contrasto della povertà assoluta, strumento assente, se si guarda ai principali piani di welfare europei, solamente in Italia e in Grecia. «La sperimentazione – spiega Maria Cecilia Guerra – punta a misurare l’efficacia di un mix di interventi predisposti dai Comuni con i loro progetti integrati di presa in carico dei nuclei familiari che accompagneranno questa nuova social card che avrà un importo davvero maggiore». Su gruppi campione di beneficiari si verificherà come ha funzionato la condizionalità della prestazione, se per esempio gli adulti sono riusciti davvero nel percorso di partecipazione al mercato del lavoro loro proposto, se sono migliorati gli indicatori di benessere dei minori (vanno a scuola con buona frequenza, rispettano le visite mediche programmate). Oltre alla distribuzione dei pochi fondi disponibili, il lascito vero del Governo Monti sul fronte del contrasto alla povertà assoluta sarà dunque uno strumento di analisi raffinato e testato che consentirà al futuro Esecutivo di compiere (se lo vorrà) scelte ponderate di spesa per finanziare politiche attive nazionali di profilo strutturale. Il sottosegretario Guerra incontrerà nei prossimi giorni i Comuni per le ultime verifiche di dettaglio dopodiché dovrebbe essere varato il decreto interministeriale (il concerto è con l’Economia) per il finanziamento della nuova social card nei primi mesi del prossimo anno.

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