Le concessioni di bancarelle, camion-bar e altre attività che affollano gli spazi intorno ai monumenti più famosi delle nostre città non «danno mai luogo a diritti intangibili» anche se rilasciate da anni. Sono, invece, «per loro natura, revocabili, in base a una nuova valutazione degli interessi pubblici e privati in gioco». E seppure non vanno dimenticate le prerogative dei titolari delle licenze, resta il fatto che la tutela del patrimonio culturale ha la meglio su tutti gli altri diritti in campo.
Possono farsi forti di questo passaggio le soprintendenze che in questi giorni sono alle prese con la direttiva che il ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, ha messo a punto per restituire dignità e decoro alle zone monumentali. Un intervento innescato dalla particolare situazione della capitale, con via dei Fori imperiali presenziata da camion-bar e bancarelle, e il Colosseo a far da scenografia ai numerosi gladiatori e centurioni che si mettono in posa per una foto. Erano stati allontanati in primavera, ora hanno riconquistato l’anfiteatro. E non è solo una questione di licenze (le bancarelle spesso sono in regola) o di abusivi, come invece sono gli improvvisati soldati romani. Il problema di fondo è il degrado che avvolge le zone storiche della capitale a maggior affluenza turistica. Il Campidoglio e il ministero dei Beni culturali hanno avviato a primavera un tavolo per trovare una soluzione, che però ancora non si è vista. E ora si dovrà tener conto della direttiva Ornaghi.
I problemi di decoro non sono solo romani. Si ritrovano anche in altre città meta del turismo culturale. Alla Reggia di Caserta, per esempio, si lotta inutilmente da anni contro gli ambulanti, che vendono le loro mercanzie nei pressi del palazzo, ma talvolta riescono a farlo anche nei cortili del monumento. Polizia e addetti del museo li fanno sloggiare, ma puntualmente si ripresentano.
Anche a Venezia, dove l’intero centro storico è sotto vincolo, l’amministrazione comunale ha fatto molti sforzi negli ultimi anni per frenare l’invasione di bancarelle e ambulanti, ma il problema è ancora all’ordine del giorno. A piazza San Marco, ad esempio, sono state revocate molte licenze rilasciate ai venditori di grano per i piccioni, ma a prendere il loro posto, spesso, sono gli abusivi. «Le situazioni più critiche – sottolinea la soprintendente Renata Codello – sono nei pressi del ponte di Rialto, con strutture e plateatici che, vista la valenza monumentale del luogo, dovrebbero essere almeno ridotti, e a Riva degli Schiavoni, dove le bancarelle sono troppe e impediscono la vista del prospetto architettonico. Gli interventi intrapresi finora si sono scontrati con troppe difficoltà, soprattutto per trovare una ricollocazione alle attività da trasferire».
Sulla stessa linea Alberto Artioli, soprintendente di Milano: «Per spostare le concessioni, finora, si sarebbero dovute garantire nuove postazioni altrettanto redditizie. Una condizione che, nella pratica, ha spesso bloccato i tentativi di riordino». Al centro delle polemiche, nel capoluogo lombardo, ci sono soprattutto i chioschi e gli ambulanti in piazza Duomo, dove alcune concessioni risalgono a oltre trent’anni fa. Bancarelle di bibite e souvenir, oltre che venditori abusivi, si trovano anche al Castello Sforzesco.
A Firenze la soprintendenza del polo museale mette in discussione la presenza di bancarelle (autorizzate) sotto il loggiato degli Uffizi e in piazza della Signoria, ma anche di artisti di strada, ritrattisti e venditori abusivi nel piazzale. Questione aperta anche a San Lorenzo, dove il comune sta provando a “liberare” dai banchi l’area intorno alla basilica, suscitando l’ira (e i ricorsi) degli ambulanti. Sotto accusa anche le occupazioni temporanee: «In piazza Santa Croce, ad esempio – afferma la soprintendente Alessandra Marino – la successione quasi ininterrotta di eventi e mercatini ne mette a rischio il decoro. Servono regole sull’utilizzo delle piazze storiche».
Per porre rimedio a tali situazioni, la direttiva offre ai soprintendenti nuovi strumenti (si veda la scheda a lato). Alla fine, però, la vera questione sarà quella dei controlli. Perché già nel 2007 l’allora ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli, firmò un provvedimento sul decoro delle zone monumentali. Inutile aggiungere che è rimasto lettera morta.
REGOLE ANTI-DEGRADO
01|L’INTERVENTO
La direttiva è stata pubblicata sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 262 del 9 novembre e chiede alle soprintendenze di effettuare una ricognizione dei monumenti interessati da particolare affluenza turistica presso cui vengono svolte attività in contrasto con le esigenze di valorizzazione del bene culturale. I soprintendenti dovranno anche verificare se esistono divieti del commercio e invitare i comuni a farli rispettare. Inoltre, dovranno valutare se introdurli dove non esistono, estendendoli alle piazze, le vie e gli altri spazi urbani di interesse storico-artistico
02|LE CONCESSIONI
Nessun problema di fronte alle vecchie licenze. I provvedimenti di tutela sono, infatti, «prevalenti sui titoli amministrativi, pur legittimi, di tipo annonario e commerciale, acquisiti e vantati dai singoli, e sono pertanto idonei a travolgere e superare ogni precedente provvedimento amministrativo di altre autorità»
Sei mete sotto assedio
CASERTA
Il problema della Reggia di Caserta è la presenza degli ambulanti. Si tratta di “vu cumprà” locali ed extracomunitari che stazionano nel piazzale antistante il palazzo, ma spesso riescono furtivamente a introdursi anche all’interno
FIRENZE
La discussione si concentra sulla presenza di bancarelle autorizzate sotto il loggiato degli Uffizi e in piazza della Signoria, ma anche di artisti di strada, ritrattisti e venditori abusivi nel piazzale. Questioni aperte anche a San Lorenzo (intorno alla basilica) e Santa Croce (per le occupazioni temporanee)
MILANO
Difficile il riordino di chioschi e ambulanti in piazza del Duomo, da tempo al centro delle polemiche e dove alcune concessioni risalgono a più di trent’anni fa. Bancarelle di bibite e souvenir, oltre che venditori abusivi, si trovano anche nei dintorni del Castello Sforzesco
POMPEI
Da anni si tenta di spostare le bancarelle che affollano Piazza Esedra, in prossimità dell’ingresso degli scavi, ma l’obiettivo si è rivelato sempre impossibile, anche per i commissari dotati di super-poteri. A Pompei, però, la situazione di degrado si estende anche all’interno del sito
ROMA
La situazione più emblematica è quella del Colosseo e di via dei Fori imperiali, “accerchiati” da bancarelle, camion-bar e figuranti vestiti da centurioni che si fanno pagare per farsi fotografare. In generale, comunque, tutti i monumenti più famosi della capitale presentano problemi di decoro.
VENEZIA
Nonostante gli sforzi fatti dall’amministrazione comunale, i plateatici – occupati dai tavolini di ristoranti e bar – e le bancarelle si affollano in molte zone del centro storico. Le situazioni più critiche si presentano a Riva degli Schiavoni e nei dintorni del Ponte di Rialto
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