Mentre nel resto d’Italia sono stati congelati tutti i discorsi sul futuro delle province in attesa di capire quale sarà l’orientamento del nuovo governo, in Sicilia Rosario Crocetta rilancia e assicura agli enti intermedi siciliani un’altra legislatura.
E spunta anche un progetto per istituire addirittura una nuova provincia, quella di Gela che poi è la città natale del governatore e il luogo dove ha ricoperto la carica di sindaco antimafia che l’ha reso famoso in tutta Italia.
Soltanto venerdì scorso il governatore si era attirato tantissime saette anche dalla sua stessa parte politica per il blitz che aveva fatto stabilendo per i prossimi 21 e 22 aprile le elezioni amministrative di comuni e soprattutto delle province siciliane.
Una mossa che ha lasciato di stucco alleati e opposizione. Per quanto la regione abbia lo statuto autonomo costituzionalmente garantito infatti, come è stato fatto per il taglio dei consiglieri regionali, sarebbe costretta a tagliare o abolire le province se una simile decisione venisse presa a livello centrale per quelle che fanno parte delle regioni a statuto ordinario.
E siccome dopo il taglio degli enti messo a punto dal governo guidato da Mario Monti tutto si è fermato in attesa delle elezioni politiche, con il nuovo governo che avrà la possibilità di confermare le norme montiane, cancellarle o rilanciare per un’abolizione totale, per gli stessi politici siciliani sembrava quasi scontato che anche lì si doveva aspettare di capire.
E invece Crocetta prendendo come pretesto delle dichiarazioni di Vladimiro Crisafulli, uno dei trombati eccellenti tra i parlamentari Pd, fortissimo a Enna, che aveva detto sul suo territorio che il governatore voleva abolire la loro provincia, ha voluto smentire con i fatti questa intenzione.
E poi ha confermato a parole che, non solo non era vero dell’abolizione di Enna ma che tutte «le province non vogliamo abolirle ma riorganizzarle, e questo si può fare anche dopo il voto e poi noi vogliamo difendere questi luoghi di democrazia e rappresentanza dei cittadini». Coro di polemiche sul governatore.
Dopo il blitz però, visti gli attacchi anche dal fuoco amico, ieri Crocetta ha dovuto fare una piccola retromarcia e siccome lo stesso suo alleato Udc Giovanni Ardizzone, presidente dell’Assemblea regionale siciliana gli aveva fatto notare che quelle elezioni erano troppo ravvicinate alle politiche e che i partiti non saranno pronti, ha concesso uno scivolamento al 26 e il 27 maggio, mettendosi in rotta con le amministrative delle altre regioni che si svolgeranno proprio in quella data.
Nulla di più ma così facendo garantisce a questi enti almeno un’altra legislatura anche se da Roma dovessero decidere di cancellarle completamente ma come spesso accade, a scadenza naturale dell’ultimo mandato.
A dare un’altra arma di contestazione contro il governatore, è arrivato anche un altro elemento. Appena avuta la rassicurazione che le province continueranno a vivere, il sindaco di Gela Angelo Fasulo e il leader del comitato per lo sviluppo dell’area gelese Filippo Franzone hanno presentato un progetto per il riordino delle attuali province e dal quale spunterebbe una nuova, quella di Gela appunto che con una benedizione da parte del cittadino più famoso, questa volta potrebbe sperare di farcela per davvero.
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