Lo prevede il piano stilato ieri dal consiglio dei ministri, che punta a sbloccare 40 mld di euro in due anni per il pagamento dei debiti commerciali della p.a. Il sottosegretario all’economia, Gianfranco Polillo, ne ha decifrato così il contenuto a ItaliaOggi: «La provvista di risorse sarà fatta tramite emissioni di titoli di stato. Ma andremo per gradi, utilizzando al massimo le disponibilità di cassa. Ovviamente non basteranno per coprire la cifra che abbiamo deciso di sbloccare: 20 mld di euro per il 2013 e ulteriori 20 mld per il 2014. E non basteranno sia sul versante dello stato centrale sia su quello degli enti locali. Quindi, per la parte residua dovremo procedere a nuove emissioni. Che ancora non possiamo quantificare».
Polillo conferma quanto rivelato ieri a ItaliaOggi: «Il provvedimento, nelle linee generali, è abbozzato, ma ancora non è dato sapere se sarà un decreto legge o meno. Dipende da come evolverà il quadro politico». Qualcosa di più ha ammesso il ministro dell’economia, Vittorio Grilli, ieri a margine del cdm: «Servirà un decreto che dica come pagare i debiti». E, confermando il peso dell’incertezza politica sul provvedimento, ha aggiunto: «La relazione (fatta dal cdm) costituisce la fase uno, per creare gli spazi necessari per lo stadio due», cioè il decreto vero e proprio. Che, secondo Grilli, potrebbe essere varato da questo come dal prossimo esecutivo. Il ministro ha fornito anche un po’ di numeri sui conti pubblici: «Il pagamento dei debiti della p.a. alle imprese porterà il rapporto deficit/pil al 2,9% nel 2013. L’impatto delle misure per lo sblocco dei pagamenti è dello 0,5%».
Mentre sul debito pubblico, Grilli ha aggiunto: «Aumenterà di 40 mld di euro in due anni: 20 mld nel 2013 e 20 nel 2014. Ma ciò che conta», ha rilevato il ministro, «è il rapporto debito-pil». In sostanza, il governo punta a stimolare la crescita attraverso il pagamento dei debiti delle p.a., così da compensare un aumento del numeratore (il debito pubblico) con la crescita del denominatore (il pil). Sullo sfondo permane una debolezza sistemica, che Grilli ha ammesso a margine del cdm: «L’attuale sistema di certificazione dei crediti non ha dato risultati significativi». Di più: «Non ha portato a un sollievo sufficiente e forse ha anche aggravato la situazione delle nostre banche, che in questa crisi non hanno la capacità di provvedere a liquidità aggiuntive in dimensioni sufficienti».
Nel frattempo, mentre l’esecutivo analizzava le tappe dello sblocco dei pagamenti, i sindaci italiani, riuniti dall’Anci, sfilavano a Roma per chiedere l’allentamento del patto di stabilità. Nella richiesta erano sostenuti da regioni, Rete Imprese Italia, Taiis, Alleanza delle Cooperative, Confsal, Cia e Copagri. Alla manifestazione, però, non è seguita alcuna reazione rispetto all’impianto proposto dal governo. L’Anci non commenta fino a quando non verrà presentato un documento ufficiale in merito.
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