La compensazione dei crediti commerciali verso le p.a. con le somme iscritte a ruolo è stata un flop. Ben più diffusa ed efficace sarà invece la nuova procedura prevista dal dl n. 35/2013 che consente la compensazione con gli importi dovuti a seguito di definizione agevolata di un accertamento.
Nel 2012 si sono avvalsi degli istituti deflativi del contenzioso con il fisco 234 mila contribuenti, per chiudere circa 265 mila contestazioni (inclusi pvc e inviti al contraddittorio). Il gettito ricavato dallo stato è di 4,3 miliardi di euro, ma sarebbe potuto essere maggiore. Molti soggetti, infatti, non hanno potuto utilizzare questi istituti per mancanza di liquidità. Un ostacolo ora superabile da chi, pur privo di disponibilità, vanta crediti scaduti verso la p.a. Mentre far partire il nuovo tetto per le compensazioni fiscali già dal 2013 avrebbe comportato l’obbligo di una dichiarazione Iva integrativa, con maggiori oneri tanto per i contribuenti quanto per l’amministrazione finanziaria chiamata a controllare. A spiegarlo è Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate, intervenuto in parlamento davanti alla commissione bicamerale per l’esame degli atti del governo (si veda ItaliaOggi di ieri).
Secondo il numero uno di via Cristoforo Colombo, la compensazione tra crediti commerciali certificati e debiti iscritti a ruolo previsti dai dm 25 giugno 2012 e 19 ottobre 2012 ha avuto poco successo. Soprattutto perché «caratterizzata da numerosi adempimenti manuali», spiega Befera. La nuova procedura di compensazione con le somme dovute a seguito degli istituti deflativi dovrebbe funzionare meglio. Le modalità attuative saranno definite da un decreto del Mef, ma l’ambito operativo abbraccerà l’accertamento con adesione, la definizione degli inviti al contraddittorio, la definizione dei pvc, l’acquiescienza, la definizione agevolata delle sanzioni, la conciliazione giudiziale e la mediazione tributaria. Insomma, se lo scorso anno la «pace fiscale» ai fini delle imposte dirette, dell’Iva e dell’Irap è stata scelta da circa 234 mila cittadini e imprese, d’ora in avanti l’accesso sarà possibile anche a chi vuole mettersi in regola con il fisco ma non dispone in cassa delle somme necessarie. «Il nuovo meccanismo di compensazione», sottolinea Befera, «potrà sicuramente contribuire ad accrescere il ricorso agli istituti definitori della pretesa tributaria anche se l’entità appare, comunque, attualmente di difficile quantificazione».
Oltre a fare il punto sui rimborsi d’imposta già effettuati e quelli in programma per il 2013, il direttore si è pure soffermato sull’innalzamento del limite per le compensazioni tra crediti e debiti fiscali effettuate tramite F24. Il tetto sarà elevato da 516 mila a 700 mila euro. Ma solo dal prossimo anno. E non solo per ragioni di copertura nel bilancio statale. Rendere applicativa la norma già sul 2013 avrebbe creato non pochi problemi applicativi: molti soggetti hanno infatti già inviato entro il 28 febbraio scorso la dichiarazione Iva, nella quale hanno precisato come recuperare l’importo (compensazione, rimborso con procedura semplificata all’agente della riscossione, rimborso su disposizione dell’ufficio delle Entrate, credito Iva per l’esercizio successivo). Si tratta di circa 700 mila posizioni, per le quali la scelta è stata effettuata tenendo conto del limite di 516 mila euro. Prevedere il nuovo limite immediatamente, vorrebbe dire «predisporre e trasmettere all’Agenzia una dichiarazione integrativa, con la quale modificare le diverse modalità di recupero del credito Iva annuale», spiega il direttore delle Entrate. Ciò comporterebbe oneri amministrativi sia per i contribuenti, sia per le strutture dedicate a lavorare i rimborsi fiscali, «con conseguente potenziale rallentamento nell’erogazione degli stessi».
Ma da tutto ciò non dovrebbe derivare alcun pregiudizio per lavoratori e imprese. L’accelerazione nei rimborsi decisa dall’Agenzia farà sì che nel corso dell’anno saranno soddisfatte le richieste presentate fino a 31 dicembre 2012 per le imposte dirette e, in parte, anche quelle del primo trimestre 2013 per l’Iva. «Superando così, di fatto, il problema dell’anticipazione della soglia di compensazione», conclude Befera.
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