Fondo anti-default, il ritardo nei piani fa cadere l’istanza

Dissesto obbligatorio per tre Comuni che hanno chiesto di aderire alla misura ma senza rispettare i tempi per il riequilibrio

Il Sole 24 Ore
23 Aprile 2013
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Il fondo anti-dissesto introdotto con il decreto enti locali di ottobre non è un salvacondotto, e miete le sue prime vittime. Accade in Calabria, dove la sezione regionale di controllo della Corte dei conti ha dato, per il tramite dei Prefetti, i 20 giorni di tempo per dichiarare il default a tre Comuni che avevano provato a imbarcarsi sul salva-enti, ma senza rispettarne il calendario. In questi casi, anzi, la delibera con cui i Comuni avevano deciso di attivare la procedura anti-dissesto sottolineando fattori come «l’aumento dell’indebitamento verso i fornitori», «la scarsa capacità di riscossione» o «il continuo ricorso strutturale ad anticipazioni di tesoreria» si è trasformata in una sorta di auto-denuncia in grado di offrire ai magistrati contabili elementi ulteriori per chiudere la partita.
Paralleli sono i casi dei Comuni di Monasterace (3.500 abitanti) e Anoia (2.200), entrambi in Provincia di Reggio Calabria. I due Comuni hanno deciso di ricorrere alla procedura anti-dissesto ma hanno lasciato passare i 60 giorni di tempo concessi dalla norma a partire dall’esecutività della delibera senza approvare il piano di riequilibrio. A questo punto la sezione regionale di controllo, attenendosi all’indicazione dell’articolo 243-quater, comma 7 del Dlgs 267/2000, è passata alla tappa finale del “dissesto guidato”: quella che, in base all’articolo 6, comma 2 del Dlgs 149/2011, prevede che il Prefetto assegni un termine, al massimo di 20 giorni, entro il quale il consiglio comunale deve dichiarare il “fallimento” del Comune. A nulla sono valsi gli estremi tentativi messi in atto dalle due amministrazioni, che per evitare la tagliola hanno revocato in autotutela la delibera di ricorso alla procedura anti-dissesto: troppo tardi, perché la revoca non può arrivare dopo la scadenza dei termini. A Sersale (4.800 abitanti in provincia di Catanzaro), l’ultimatum della Corte ex Dlgs 149 era arrivato dopo dell’approvazione del decreto enti-locali, per cui il ricorso all’anti-dissesto non poteva più fermarlo.

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