Si tratta di fondi per fatture già pagate dagli enti prima del 9 aprile scorso, che vengono «scontate» dal Patto e aprono spazi finanziari per pagare altre fatture sempre del 2013, ma – ecco la novità – eventualmente anche nuovi lavori. Già, perché c’è anche qualche ente «virtuoso» che ora si trova nella condizione di aver esaurito l’arretrato e di poter sfruttare l’allentamento del patto per nuovi investimenti. «È un segnale positivo – commenta il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti -: sono risorse che possono essere immesse subito nel mercato e serviranno per avviare opere fondamentali per il territorio come la manutenzione di strade ed edifici».
Secondo le elaborazioni dei costruttori il «tesoretto» è concentrato soprattutto al Nord: su 1,25 miliardi (su un totale di 4,5) di spazi finanziari concessi a Comuni e Province dal decreto del 14 maggio scorso, ben 235 vanno alla Lombardia (147 ai Comuni e 87 alle Province) e 134 al Veneto (62 solo a Venezia, che però deve usarli per gli stati di avanzamento lavori del 2013 su cantieri già aperti). In Lombardia e Veneto il fenomeno degli arretrati era meno pesante: molti enti locali avevano liquidità ed erano riusciti a saldarne buona parte (per esempio con alienazioni di beni o partecipazioni, che non rientravano nel patto). E quindi hanno «approfittato» dell’apertura al 2013 del decreto sblocca-debiti (in un primo momento destinato solo ai debiti «certi, liquidi ed esigibili» al 31 dicembre 2012) per chiedere un allentamento anche per quest’anno.
Il nuovo «obiettivo di patto» (questa è la definizione tecnica) in molti casi si traduce anche in nuove opere. Ad Ascoli Piceno riparte la nuova sede dei vigili urbani, un lavoro da due milioni, con tanto di gara aggiudicata e di mutuo acceso, ma ferma. «Per via del patto di stabilità finora dovevo centellinare i cantieri – spiega il sindaco, Guido Castelli – per non ritrovarmi poi a non poter pagare e con i lavori bloccati». Ora invece il Comune può contare su un «bonus» di 4,7 milioni in più come obiettivo di patto, con i quali si accelera anche l’opera maggiore, il polo universitario, da tempo con il motore al minimo.
Ma Ascoli è solo un esempio. Alla Provincia di Venezia possono contare «su 8 milioni di spazi finanziari per il 2013 – ricorda il direttore finanziario, Matteo Todesco – che saranno usati per le manutenzioni stradali e la messa in sicurezza di scuole, per esempio a Mestre e Chioggia».
Ma il problema ora si sposta al prossimo anno, per il quale il decreto non ha previsto niente di simile. Il rischio che gli stessi cantieri, appena aperti, si blocchino di nuovo esiste. Buzzetti insiste: «Serve un piano Marshall per l’edilizia e un allentamento intelligente dei vincoli di spesa, altrimenti il settore non riparte».
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento