«S’attende l’abolizione delle province dal lontano 1970», scrive Francesco Damato sul Tempo. È da allora, 43 anni fa, da quando sono stati eletti «i primi consigli delle Regioni a statuto ordinario», che è cominciato «il conto alla rovescia per le province, considerate ormai inutili», ma «destinate invece ad aumentare parossisticamente di numero e di costi». Enrico Letta e i suoi ministri s’impegnano a chiudere la partita, ricorrendo alle maniere forti, ma per farlo non potranno più ricorrere «allo strumento urgente del decreto legge», bocciato di recente dalla Corte costituzionale, come aveva fatto «il governo Monti» nel tentativo di «fare finta d’abolire le province riducendole». Quel che serve adesso, volendo togliere dalla Costituzione ogni riferimento alle province, è «un disegno di legge costituzionale dal percorso necessariamente lungo con doppio voto in entrambe le camere». Tempo previsto: un minimo di 18 mesi, ma più verosimilmente due anni pieni. Molti dubitano che la strana maggioranza possa reggere così a lungo. C’è chi dubita persino che l’Italia possa reggere fino a mercoledì.
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