Piani di rientro blindati in Regione

Finanza pubblica. Nuovo stop alla Campania

Il Sole 24 Ore
10 Luglio 2013
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I piani di rientro dall’extra-deficit sanitario sono vincolanti per le Regioni, obbligate a «rimuovere» i provvedimenti (leggi comprese) che ne ostacolano l’attuazione: di conseguenza, non è certo possibile approvare norme che rivedono i contenuti del piano.

Con queste motivazioni la Corte costituzionale, con la sentenza 180/2013 depositata ieri (presidente Gallo, redattore Morelli) ha cancellato come illegittimi due punti della finanziaria regionale del 2012, a partire dal tentativo dell’amministrazione di riutilizzare per il finanziamento di mutui degli enti locali delle risorse che avrebbero dovuto coprire gli ammortamenti dei vecchi debiti regionali. Ancora una volta, dunque, i giudici delle leggi tornano a bocciare la gestione dell’indebitamento campano, dopo la sentenza 309/2012 con cui avevano dichiarato illegittimo il ricorso a nuovo debito dal momento che il bilancio regionale non era in grado di attestare in modo veritiero il rispetto dei tetti che vincolano il passivo dell’amministrazione. Come l’altra volta, l’importanza della decisione assunta dai giudici costituzionali supera i confini della vicenda specifica finita sui tavoli della Consulta. Lo «stop» della sentenza di ieri blocca il dirottamento di 15,7 milioni di euro all’interno di un capitolo di bilancio che avrebbe dovuto coprire fino al 2037 gli ammortamenti dei debiti sanitari pre-2005: con la Finanziaria 2012, invece, la Regione ha preso i 15,7 milioni e li ha destinati a coprire i mutui contratti da Comuni e Province per realizzare opere pubbliche. Il punto chiave è nelle motivazioni, perché a condannare come illegittima la manovra è il fatto che la copertura dei vecchi debiti sanitari è un impegno assunto dalla Regione in un piano di rientro concordato con lo Stato, vincolante per un ente dotato di autonomia legislativa come la Regione in nome del «coordinamento della finanza pubblica». Per la stessa ragione, la Corte dice «no» anche alla redistribuzione in provincia di Casera di 500 posti letto in attesa che sia completato il Policlinico universitario.

Un terzo stop della Consulta arriva invece, nella stessa sentenza, a un ritocco ordinamentale, con cui la Campania aveva provato a salvare dall’incompatibilità con le cariche in giunte locali i consiglieri regionali «supplenti», cioè quelli che sostituiscono i politici sospesi.

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