Lavori in corso sul decreto di ripartizione del Fondo di solidarietà comunale. In Conferenza stato-città e autonomie locali si susseguono infatti gli incontri tecnici per definire la suddivisione delle risorse, all’esito dei quali, una volta raggiunta l’intesa, il dpcm con la suddivisione degli importi ai singoli comuni potrà essere emanato dal Mef. Solo dopo il varo del suddetto provvedimento verrà emanato il decreto del ministero dell’interno che ripartirà tra tutti i comuni i tagli della spending review di Mario Monti. Il sacrificio, a cui i comuni sono riusciti in qualche modo a scampare per il 2012 (ottenendo di poter convertire i risparmi imposti dal dl 95/2012 nella riduzione dell’indebitamento) non fa invece sconti per il 2013. Si tratta di 2 miliardi e 250 milioni di euro di tagli che dovranno essere suddivisi tra gli enti in proporzione alla media delle spese sostenute per consumi intermedi nel 2010-2012 sulla base dei dati Siope. A comunicarlo è stato il viceministro all’economia Stefano Fassina in risposta a un’interrogazione del deputato Pd Angelo Rughetti che chiedeva lumi sui tempi di approvazione del decreto di ripartizione del Fondo di solidarietà. Un forte ritardo (a norma della legge di stabilità 2013 il testo avrebbe dovuto vedere la luce entro il 30 aprile) che sta condizionando le scelte dei comuni in materia di finanza locale. Senza certezze sull’entità dei contributi, infatti, i sindaci non sono in grado di fissare le aliquote di tributi e tariffe, con il rischio, paventato da Rughetti, che alla fine, per mettersi al riparo da sorprese al momento della chiusura dei bilanci, decidano di inasprire la pressione fiscale. Il Mef ha però escluso ulteriori provvedimenti urgenti per venire incontro alle esigenze dei sindaci. Secondo Fassina il differimento del termine di approvazione dei bilanci al 30/11/2013 (disposto con il decreto legge n. 102) «rappresenta la risposta del governo alle criticità evidenziate». In attesa che il dpcm sulla ripartizione del fondo di solidarietà (sulla base dei nuovi criteri fissati dal dl pagamenti) veda finalmente la luce.
Prima il fondo di solidarietà poi i tagli della spending
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