Il pacchetto cultura ha trovato la via d’uscita dal Parlamento. Ieri, infatti, la Camera ha approvato definitivamente il decreto legge 91/2013 (il cosiddetto «Valore cultura»), che rischiava – dati i tempi ravvicinati di decadenza, previsti per martedì prossimo – di rimanere invischiato nella crisi di Governo. Il collasso governativo, invece, non c’è stato e Montecitorio ieri ha potuto riprendere le fila del provvedimento e licenziarlo a tempi di record, il giorno dopo che la commissione Istruzione l’aveva inviato in aula. Giungono così al traguardo le misure per rilanciare Pompei, quelle per reclutare 500 giovani da destinare alla digitalizzazione del patrimonio, per distribuire nuove risorse per interventi di tutela e valorizzazione, per dare ossigeno al cinema e alla musica, per invertire la rotta dei bilanci in rosso delle fondazioni liriche, per agevolare gli aiuti privati in favore del “bello”. Insomma, una legge di ampio spettro che ha fatto dire al ministro dei Beni culturali, Massimo Bray, che in questo modo «la cultura torna a essere davvero al centro delle politiche di sviluppo», anche se la strada da fare è ancora molta.
La misura-vetrina del provvedimento è senz’altro quella su Pompei. La bistrattata area archeologica, ferita da un forte degrado e reiterati crolli, è ora oggetto di un progetto di risistemazione che usufruisce di 105 milioni di euro, in parte nazionali ma in gran parte di provenienza Ue. Bisogna, però, fare in fretta, non solo perché il mondo di guarda, ma anche per la necessità di rendere conto all’Unione europea entro fine del 2015 di come i soldi sono stati spesi. Da qui l’idea (non molto originale per la verità, visto la sequela di manager e commissari che si sono succeduti negli anni alla guida di Pompei) di istituire la figura del direttore generale di progetto e di un vice a cui affidare le chiavi del rilancio di Pompei. I due dovranno provenire dalla pubblica amministrazione e dovranno “accontentarsi” di non più di 100mila euro (lordi) l’anno. Al direttore, coadiuvato da una struttura ad hoc di non più di venti persone, spetterà portare avanti il Grande progetto Pompei – ovvero, spendere bene e nei tempi i 105 milioni, informandone ogni sei mesi il Parlamento – coordinando al contempo la neonata unità Grande Pompei, che sarà dotata di autonomia amministrativa e contabile e avrà il compito di occuparsi, attraverso la definizione di un piano strategico, del territorio intorno ai siti Unesco di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, così da ridare fiato al turismo.
Altro intervento che dà il tono al provvedimento è il programma «500 giovani per la cultura», ovvero il reclutamento di persone massimo 35enni, in possesso di specifici titoli, da formare per dodici mesi e poi destinare alla digitalizzazione del nostro patrimonio culturale. Il programma è finanziato per il 2014 con 2,5 milioni di euro, a cui potranno aggiungersi eventuali risorse comunitarie.
Una misura questa che fa il paio con quella di sostegno all’arte prodotta dai giovani, che per un periodo non inferiore a 10 anni potranno usufruire, a un canone simbolico di non più di 150 euro al mese, di locali statali (tra cui quelli confiscati alla criminalità organizzata) dove lavorare. E sempre i giovani musicisti sono i destinatari della norma che introduce il credito d’imposta per le imprese che organizzano spettacoli dal vivo e per quelle che producono fonogrammi e video musicali. Uno sconto fiscale con un plafond di 4,5 milioni l’anno e che è riconosciuto per il triennio 2014-2016 nella misura del 30% delle spese sostenute (fino a un importo di 200mila euro nel triennio).
Sempre in tema di agevolazioni fiscali, dal prossimo 1° gennaio diventa permanente il tax credit accordato al settore cinematografico e che è stato esteso ai produttori indipendenti di opere audiovisive. Uno sconto con un tetto complessivo di 110 milioni l’anno.
C’è, poi, il capitolo fondazioni liriche, che nella stragrande maggioranza presentano bilanci in profondo rosso. Quelle in amministrazione straordinaria o che non possono far fronte a debiti certi ed esigibili dovranno presentare un piano di risanamento (in cui inserire anche la riduzione del 50% del personale in forza a fine 2012) al futuro commissario di Governo. Prevista, al contempo, l’istituzione di un fondo di rotazione di 75 milioni (per il 2014) per finanziare le fondazioni, le quali dovranno riscrivere i loro statuti entro fine giugno prossimo.
In tema di aiuti, ci sono poi quelli a vari enti e iniziative: 5 milioni alla Fondazione Maxxi, 8 per interventi di restauro (tra cui gli Uffizi), 400mila euro per il forum Unesco sulla cultura del prossimo anno a Firenze, 2 milioni per il restauro del mausoleo di Augusto a Roma, 1,5 per il centro di ricerca letteraria Pio Rajna a Roma, altrettanti per il museo tattile “Omero” di Ancona, 300mila euro per la tutela dei siti Unesco della provincia di Ragusa. E aiuti sono quelli che la cultura chiede ai privati, le cui donazioni fino a 10mila euro avranno procedure semplificate e saranno senza oneri amministrativi.
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