Razionalizzare il più possibile la spesa dei Comuni per beni e servizi, magari vincolandola maggiormente al metodo delle convenzioni Consip. E rafforzare gli strumenti per setacciare con maggiore attenzione le uscite per forniture sostenute a livello regionale. Sono due delle opzioni su cui si starebbe concentrando l’attenzione di almeno di tre dei gruppi di lavoro istituiti dal commissario straordinario, Carlo Cottarelli, per realizzare il piano di revisione della spesa: “acquisti”, “Comuni” e “Regioni”. Le aree su cui intervenire dovrebbero essere individuate entro la fine di febbraio per consentire a Cottarelli di formulare al Governo tra marzo e aprile le prime proposte operative da far scattare già nel corso di quest’anno.
A sostenere che la spesa territoriale per beni e servizi deve diventare una sorta di “super-vigilata” è anche la Corte dei conti che nella pronuncia del 16 gennaio scorso sui controlli da effettuare sul settore delle autonomie locali afferma a chiare lettere che al fine di verificare la coerenza del comparto con gli obiettivi di coordinamento della finanza pubblica e di contenimento della spesa, potrebbe rivelarsi d’interesse il monitoraggio del grado di adesione degli enti locali alle convenzioni-quadro stipulate dalla Consip «ovvero al mercato elettronico per l’approvvigionamento di beni e servizi strumentali di uso corrente». In altre parole, una sorta di “messaggio” agli enti locali a evitare di aggirare il metodo Consip.
Nelle stesso mandato affidato da Cottarelli al gruppo di lavoro sui Comuni si invita la task force a valutare di «quanto sarebbe possibile ridurre la spesa per beni e servizi nel settore di competenza se fossero disponibili strumenti adeguati (e quali)». Parallelamente Cottarelli ha invitato il gruppo di lavoro sugli acquisti di beni e servizi a verificare quali strumenti possono rivelarsi «utili a conseguire una pianificazione integrata delle iniziative di spesa, in pieno raccordo tra centrale nazionale e quelle regionali».
Il Commissario straordinario, come è noto, non ha fin qui fornito cifre sui possibili risparmi. E anche il Governo si è limitato a fissare l’obiettivo finale del piano di revisione della spesa: 32 miliardi nel 2016. Ma non manca qualche stima, peraltro priva di “ufficialità”. Come quella sui possibili interventi sul fronte delle uscite per beni e servizi che potrebbero consentire di recuperare quasi 1 miliardo già quest’anno. Per le prime previsioni di risparmi attendibili occorrerà però attendere marzo-aprile. Nel frattempo prosegue il lavoro delle 25 task force, come ha tenuto a precisare Cottarelli sabato scorso con un intervento sul suo blog, con il quale ha anche tenuto a sottolineare: «Naturalmente, come pure indicato nel mio programma di lavoro, manterrò indipendenza di giudizio rispetto alla attività dei gruppi di lavoro (in altre parole, con il supporto del gruppo di base della revisione della spesa e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, valuterò l’adeguatezza delle conclusioni dei gruppi rispetto alle finalità definite nel documento di indirizzo della revisione della spesa e potrò fornire suggerimenti aggiuntivi)».
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