Il nuovo capitolo della spending review che il decreto Irpef riserva agli enti locali funziona «per cassa». Il taglio che sarà assestato a ogni Comune e ogni Provincia dipende infatti dalla quantità delle spese di funzionamento accumulate da ciascun ente, dalla fedeltà riservata alla Consip negli acquisti e dai tempi di pagamento dei fornitori registrati nel 2013. Il decreto, che ora è all’esame del Parlamento per la conversione, chiede a tutti i Comuni di certificare i dati chiave entro il 31 maggio, ma non si preoccupa di spiegare come calcolare questi valori. A farlo interviene ora il ministero dell’Interno, con la circolare 9/2014 diffusa ieri dal dipartimento per la Finanza locale, che fissa appunto il criterio di cassa per la certificazione degli acquisti di beni e servizi sostenuti nell’anno 2013. In questo modo, il Viminale chiarisce i principali dubbi interpretativi sollevati dagli operatori in merito all’adempimento che i responsabili finanziari di Comuni e Province dovranno inviare entro le ore 24 del prossimo 31 maggio (termine perentorio).
Per individuare il valore complessivo da certificare occorre fare riferimento esclusivo agli importi per i quali siano stati emessi mandati di pagamento nell’anno 2013. Sempre con riferimento alla cassa occorre indicare anche l’ammontare dei pagamenti riferiti ad acquisti effettuati tramite il MEPA, gestito da CONSIP, o altro mercato elettronico gestito da centrale di committenza regionale. Vanno compresi tutti gli acquisti effettuati ricorrendo agli strumenti di acquisto (Convenzioni, Accordi Quadro, SDAPA – Sistema Dinamico d’Acquisto, Gare in ASP, Gare su delega) gestiti e messi a disposizione da Consip o centrali di committenza regionale. Non vanno invece compresi nel calcolo – precisa il Viminale – gli acquisti effettuati ricorrendo a diverse procedure d’asta con prezzi base comunque inferiori a quelli Consip. Le voci di spesa da certificare sono elencate nella tabella B allegata al DL 66/14.
Più prevedibili le precisazioni sulle modalità di conteggio del tempo medio dei pagamenti: il calcolo è riferito solo ai pagamenti totali (competenza più residui) registrati per i 45 codici siope riportati nella tabella A (allegata al decreto). Sono esclusi dal calcolo i pagamenti delle spese in conto capitale.
Per ogni pagamento effettuato nel corso dell’esercizio 2013 si conteggia la differenza fra data del mandato di pagamento e il termine ordinario di scadenza, cioè la data di ricevimento fattura a cui si aggiungono i 30 giorni (60 in casi particolari) indicati dal decreto legislativo 231/2002. Il numero da certificare si ottiene dividendo il totale dei giorni di ritardo per il numero dei pagamenti (media semplice).
Dal computo del tempo relativo a ciascun pagamento, possono essere esclusi eventuali ritardi relativi a cause non imputabili al debitore, secondo la generale previsione di cui all’art. 3 Dlgs 231/02.
Il certificato da inviare con modalità esclusivamente telematica, deve essere firmato, mediante firma digitale, del rappresentante legale, del responsabile del servizio finanziario e dell’organo di revisione economico finanziario. Si ricorda, infine, che il nuovo adempimento che va ad infittire la lunga fila di certificazioni mai sfoltita, è finalizzato a ripartire sui singoli comuni, già dall’esercizio 2014, il taglio complessivo di 360 milioni del fondo di solidarietà comunale e, in particolare, ad applicare o meno le penalizzazioni del 5% sui ritardi e dell’ulteriore 5% sul ricorso agli acquisti Consip e centrali di committenza regionale.
La sanzione per il mancato invio è quantificata nell’incremento del taglio del 10 per cento.
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