Debiti Pa, la Ue decide sull’infrazione

Il Sole 24 Ore
18 Giugno 2014
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Arriva oggi sul tavolo della Commissione Ue la richiesta di apertura della procedura d’infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto della direttiva europea sul ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. A quanto si è appreso, il collegio dei commissari, su iniziativa del responsabile all’industria Antonio Tajani, salvo colpi di scena dovrebbe dare il via libera all’invio di una lettera di messa in mora al governo italiano, che non dovrebbe comunque riguardare i debiti pregressi, ma solo quelli contratti a partire dall’entrata in vigore della direttiva Ue in Italia avvenuta il primo gennaio 2013 (in anticipo rispetto alla scadenza fissata da Bruxelles per marzo). La legislazione Ue impone un tempo massimo di 30-60 giorni per effettuare i pagamenti alle imprese da parte della Pa. Tajani aveva già avviato una pre-procedura, la cosiddetta fase Eu-pilot che precede l’avvio della procedura d’infrazione vera e propria. Se la Commissione darà via libera all’iniziativa, l’Italia avrà due mesi di tempo per rispondere alla missiva di Bruxelles. Due, a quel punto, le possibilità: il governo potrebbe convincere Bruxelles di aver adottato le azioni necessarie per mettersi in regola oppure la Commissione potrebbe decidere di passare alla fase successiva della procedura, cioè all’invio di un parere motivato. Per quanto riguarda invece i debiti pregressi, che non rientrano in questo procedimento di Bruxelles, è arrivata ieri la rassicurazione da parte del presidente di Cdp Franco Bassanini che il loro pagamento «se non ci sarà nessun intoppo, sarà possibile farlo entro il 21 settembre». «Purtroppo – ha spiegato Bassanini – il governo è stato costretto ad attendere un paio di mesi prima di fare il decreto, perché prima serviva il parere della Commissione Ue e modificare i saldi di bilancio nelle due Camere». Ora, invece, ha continuato, «stanno arrivando nella piattaforma centrale le istanze di pagamento delle aziende e il meccanismo dovrebbe essere semplice: le amministrazioni hanno un mese per pagare, contestare o certificare. La ripartizione delle risorse che è stata fatta consentirà a molte amministrazioni di pagare, per chi non riuscirà interverranno le banche».

 

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