Utility, scattano le aggregazioni

Il risiko del settore parte dalle realtà locali – Spazio alle piccole

Il Sole 24 Ore
8 Ottobre 2014
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Il panorama delle multiutilies italiane è destinato a cambiare volto nei prossimi anni e non solo per quel che riguarda i gruppi di maggiori dimensioni. La vera rivoluzione avverrà a livello locale con un’ondata di consolidamenti che partiranno da una dimensione regionale per poi arrivare, fra qualche anno, a livello interregionale. Ne è convinto l’avvocato Lorenzo Lamberti dello studio R&P Legal: «Al momento resta sullo sfondo la tematica delle aggregazioni fra le piccole partecipate comunali, difficilmente quotabili e spesso non appetibili, specialmente se operanti in contesti territoriali non favorevoli, che però pesano in misura preponderante sui bilanci degli enti locali e, in generale, sulla spesa pubblica». Tolte le prime cinque aziende con fatturati rilevanti, infatti, il mercato italiano è una costellazione di realtà minori che non hanno le dimensioni per poter essere appetibili sul mercato. Si rende, quindi, necessario un passaggio intermedio di consolidamento, che però incontrerà delle difficoltà. «Si tratta di società – continua Lamberti – che devono però prima aggregarsi attraverso un doppio passaggio. Il primo passo è quello di costruire una strategia condivisa dai diversi comuni per poter procedere a una prima serie di aggregazioni. In secondo luogo, considerato che si tratta di realtà che operano su mercati diversi e offrono servizi diversi, sarà necessario capire quali servizi sono cedibili, quali si potranno convertire e quali sarà necessario chiudere». Non solo: «Da un punto di vista normativo in Italia non c’è una disciplina unica per i servizi» spiega l’avvocato. Nel processo di consolidamento, naturalmente, avranno poi un ruolo tutt’altro che marginale le decisioni politiche.

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