Alfano replica sulle nozze gay: io accerchiato

Il ministro ha vietato di trascrivere i matrimoni celebrati all’estero: «Faccio solo rispettare la legge». I sindaci di Palermo, Rimini e Bolzano si uniscono alla protesta. L’Anci: subito un incontro con il governo

Corriere della Sera
9 Ottobre 2014
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Il giorno dopo Angelino Alfano passa al contrattacco. E denuncia, con calore, di essere rimasto vittima di un accerchiamento. «Sono stato insultato senza giusti motivi. Non c’era nulla di ideologico in quello che ho fatto, ho solo voluto far rispettare al legge italiana», dice infatti il vicepremier e ministro dell’Interno difendendo senza se e senza ma la sua circolare ai prefetti.

La circolare delle polemiche e delle insubordinazioni. Alfano l’ha scritta martedì scorso: ha ordinato ai prefetti che non devono far trascrivere sui registri comunali i matrimoni omosessuali celebrati all’estero. E quelli già trascritti – fino a ora in 5 comuni d’Italia – devono essere cancellati. La rivolta dei sindaci contro questa circolare è cominciata subito. Ed è continuata ieri, un sindaco dopo l’altro. Da Milano a Roma, da Bologna a Napoli, Empoli, Reggio Emilia, Udine, Grosseto: i sindaci hanno detto che quella circolare non la rispetteranno. Ieri anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando si è unito al coro e con lui il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, così come quello di Rimini Andrea Gnassi.

Ignazio Marino, primo cittadino di Roma, già martedì si era schierato contro la circolare, spiegando che anche il Campidoglio si sta attrezzando per trascrivere i matrimoni gay contratti all’estero. E ieri ha voluto aggiungere: «Ritengo che questa discussione sulle unioni civili nel 2014 rifletta sentimenti e visioni tipici del 900: chi cerca oggi una conflittualità sull’amore vive probabilmente nel secolo passato».

Piero Fassino, sindaco di Torino, ieri ha però voluto parlare come presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani: «È urgente un incontro con il premier Matteo Renzi e con il ministro Alfano», ha detto cercando di far prevalere un ruolo istituzionale che metta chiarezza in una materia tanto delicata. La verità è che quello che davvero manca in Italia è proprio una legge sui diritti civili e le unioni di fatto ed è proprio quella che ieri è stata invocata dal sindaco di Firenze Dario Nardella: «Per le trascrizioni qui in comune a Firenze io mi rimetterò a quanto verrà deciso dal Consiglio comunale. Ma quello che serve adesso è certamente una legge».

Il Codacons, intanto, ha annunciato un ricorso al Tar del Lazio contro la circolare del ministro Alfano. Non hanno dubbi all’associazione dei consumatori: «Il provvedimento del ministro è abnorme e viola in modo palese le disposizioni comunitarie e le sentenze della giustizia italiana», ha detto Carlo Rienzi, presidente del Codacons. E ha spiegato: «Dunque questa sentenza è illegittima ed è annullabile di fronte al Tar». Il mondo dei comuni è in subbuglio per la circolare del ministro dell’Interno, ma anche i palazzi della politica non scherzano. Ed è la voce di Forza Italia che si leva contro con più forza. A cominciare da Mara Carfagna, neoeletta responsabile del dipartimento libertà civili e diritti umani del partito. Non ha esitato, la Carfagna, e ha definito «pilatesca» la circolare: «Ma ha tuttavia il merito – ha aggiunto – di aver fatto emergere in tutta la sua evidenza un vuoto normativo e politico che il nostro Paese non può più ignorare». Anche più forte la posizione di Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi: «Il dibattito che si sta tenendo è piuttosto umiliante e non possiamo certo rimanere un passo indietro rispetto al Sinodo e al Papa ».

Ci pensa tuttavia il senatore Maurizio Gasparri a rivendicare per Forza Italia un pensiero che non sia unico. Lui, Gasparri, si dissocia da Carfagna e da Toti, appoggiando in pieno Alfano e Gaetano Quagliariello, senatore del Nuovo centro destra, lo stesso partito del vicepremier.

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