Nel giorno in cui il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, firma la trascrizione di sette matrimoni gay, la Corte di appello di Firenze annulla la sentenza del Tribunale di Grosseto che ordinava al Comune di inserire nel registro il matrimonio tra Giuseppe Chigiottie Stefano Bucci, celebrato a New York. E il presidente dell’Anci, Piero Fassino, scrive al premier Matteo Renzi e al ministro degli Interni, Angelino Alfano, per chiedere un incontro urgente. Due i concetti caria Fassino: non ci può essere un’invadenza dei prefetti nelle decisioni dei sindaci, che non possono essere commissariati, ed è indispensabile che governo e parlamento prendano l’iniziativa.
Oggi il comune di Grosseto depennerà dagli archivi l’unione tra Chigiotti e Bucci. «Io ho rispettato una sentenza del tribunale quando abbiamo registrato l’atto – spiega il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi – e oggi non ho altra strada che rispettare la sentenza della corte d’appello di Firenze. Serve una legge o sarà il caos». Nonostante la sentenza fiorentina, la polemica sulla possibilità o meno per i sindaci di iscrivere nei registri le nozze gay non si placa. Anzi. La circolare Alfano, che chiede l’intervento dei prefetti, ha fatto reagire i primi cittadini di mezza Italia. «Ho firmato personalmente la trascrizione di sette matrimoni tra persone dello stesso sesso che si sono celebrati all’estero – dice il sindaco Pisapia – si tratta di un atto nel pieno rispetto della legge che prevede questo obbligo quando si tratta di matrimoni celebrati legittimamente secondo le norme del Paese in cui si sono svolti». E aggiunge: «È un ulteriore passo avanti di Milano come Città dei Diritti. Spero che quanto stanno facendo molti sindaci serva a sollecitare il Parlamento a varare una legge nazionale che possa superare ogni forma di discriminazione». I sindaci di Catania, Prato e Livorno si aggiungono a quelli che hanno già detto che non rispetteranno le direttive di Alfano, mentre il primo cittadino di Udine, Furio Honsell, ha annunciato che si rivolgerà al tribunale per opporsi alla lettera inviata dal prefetto che impone la cancellazione delle unioni gay. Ieri anche la prefettura di Bologna si è mossa e ha acquisito i registri del Comune. Il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, sta ancora riflettendo: «Prima di qualsiasi valutazione bisogna conoscere lo stato dei fatti. Applico la legge con grande attenzione e devo capire come stanno le cose».
A Roma la discussione è slittata al 16 ottobre. Fassino, sindaco di Torino, dove lunedì la questione sarà affrontata in Consiglio comunale,e presidente dell’Anci, scrivea Renzie Alfano. «Serve al più presto una legge in materia.
Il tema è troppo delicato per essere lasciato al caso per caso, né d’altra parte si può affidarlo ad ordinanze prefettizie su competenze che la legge affida agli enti locali». Un invito ad uscire dal caos, senza far ricadere tutto sui sindaci.
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