In 7 casi su 10 le amministrazioni statali, centrali e periferiche, che hanno dribblato gli obblighi di rivolgersi alla Consip o alle centrali d’acquisto regionali per i propri acquisti, lo hanno fatto per «assenza del prodotto in convenzione» e lo stesso è capitato agli enti del Servizio sanitario nazionale: l’altro 30% dei casi, invece, è motivato da diverse ragioni contingenti, che vanno dall’urgenza dell’acquisto o dal fatto che, stando a quanto dichiarato dai diretti interessati, nello shopping autonomo sono state spuntate condizioni migliori da quelle offerte dalla convenzione.
Sono questi i risultati di un’indagine che l’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone ha svolto sugli acquisti realizzati dalla Pa centrale, dalle società presenti nel consolidato Istat della pubblica amministrazione e dagli altri enti che sarebbero obbligati agli acquisti centralizzati, alla luce in particolare dei vincoli posti dal Governo Monti (articolo 1, commi 7 e 8 del Dl 95/2012). Ora l’Anac promette «ulteriori approfondimenti» sulle ragioni del mancato decollo di questa procedura, centrale anche nei nuovi capitoli della spending review che da gennaio dovrebbe iniziare a imporre gli acquisti centralizzati anche agli enti locali.
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