L’Italia è in corsa per non perdere i fondi di Bruxelles

Risorse Ue. Flessibilità sui rendiconti 2007-2013

Il Sole 24 Ore
24 Aprile 2015
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Flessibilità all’ultimo miglio per la rendicontazione della spesa sui programmi strutturali 2007-2013. La Commissione europea valuterà con la massima apertura le proposte di riprogrammazione presentate anche all’ultimo momento dagli Stati membri in ritardo (tra cui l’Italia), al fine di centrare gli obiettivi di spesa e dunque evitare di perdere parte dei finanziamenti europei (27,9 miliardi di euro nel 2007-13 per l’Italia).

È quanto emerso nell’incontro di ieri tra la Commissaria europea per la Politica regionale Corina Cretu e il responsabile del governo per i fondi europei, da pochi giorni il sottosegretario alla presidenza Claudio De Vincenti dopo il passaggio alle Infrastrutture di Graziano Delrio (che mantiene la delega per il Fondo sviluppo e coesione). All’incontro erano presenti lo stesso Delrio e i presidenti delle Regioni Campania (Stefano Caldoro), Sicilia (Rosario Crocetta) e Calabria (Mario Oliverio): non a caso i quattro programmi italiani più in ritardo (a fronte di una spesa media a fine 2014 pari al 70,8% del totale) sono il Pon Reti (infrastrutture, spesa al 50,4%), Por Campania (spesa al 55,7%), Por Sicilia (56,5%), Por Calabria (spesa al 59,7%).
«Congratulazioni all’Italia – ha detto la Commissaria Cretu – per gli sforzi e i risultati ottenuti». La percentuale di spesa sui programmi 2007-13 era solo del 25% a fine 2011, salita al 36% nel 2012, 52,7% nel 2013, infine al 70,8% a fine 2014.

«Tuttavia – ha ricordato la Cretu – la performance dell’Italia resta al disotto della media Ue» (70,8 contro l’80,4%; peggio di noi solo Bulgaria, Slovacchia, Romania e Croazia). «E restano solo 8 mesi per recuperare, l’Italia deve raddoppiare gli sforzi», ha aggiunto. Nel 2015, infatti, l’Italia deve spendere e rendicontare in tutto 13,6 miliardi di euro, contro i 7,5 miliardi rendicontati nel 2014, e i 5,7 del 2013.

Questa spesa record di 13,6 miliardi in un anno, però, quasi sicuramente non ci sarà, anche se l’Italia riuscirà a rendicontarla. Magie contabili? No, soluzioni ammesse dalla Commissione europea. «Abbiamo elaborato insieme alle Regioni e al governo italiano – ha detto la Cretu – piani di azione per migliorare il monitoraggio della spesa ed effettuare revisioni finali dei programmi. Siamo ora disponibili a valutare le proposte concrete del governo italiano». 

Il governo italiano, in sostanza, presenterà nei prossimi mesi delle proposte di riprogrammazione dei singoli piani, che in parte cercheranno di spostare risorse verso interventi a spesa rapida (piccole opere, aiuti alla ricerca e alle Pmi), ma soprattutto sposterà fondi verso “progetti retrospettivi” (o “sponda”), cioè interventi già fatti (o con avanzata spesa) con fondi ordinari: si potrà dunque rendicontare spesa “storica”, liberando così risorse per altri interventi, da decidere senza i vincoli europei dal 2016 in poi.

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