Restyling possibile per il meccanismo di fatturazione elettronica (nel momento, però, in cui «diventerà un modo diffuso di gestire l’Iva»). Nel frattempo, ci si aspetta che dia in maniera sempre più efficace l’altolà alle frodi fiscali, specie a quelle allestite da chi avvia un’attività agendo correttamente, poi però la chiude, «non versa nulla», e l’Amministrazione finanziaria lo scopre quando, ormai, «non ve ne è più traccia».
Vieri Ceriani, consigliere del ministero dell’economia per gli affari fiscali, apre a future correzioni sul sistema che sta incassando critiche da più parti, soprattutto per due innovazioni arrivate con la legge di Stabilità 2015 (190/2014), ossia il «reverse charge» (l’inversione contabile dell’Iva) e lo «split payment» (la scissione dei pagamenti, per cui le pubbliche amministrazioni sono tenute a versare direttamente all’Erario l’Imposta sul valore aggiunto addebitata loro dai fornitori di beni e servizi). E lo fa intervenendo al convegno «Comune che vai, fisco che trovi» della Cna, Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, ieri a Roma, sottolineando che con il prendere piede della fatturazione elettronica avranno i giorni contati pure i raggiri classici, quelli cosiddetti «della stamperia», tipici di chi «emette fatture, a fronte di prestazioni, o di forniture di beni inesistenti», esclusivamente allo scopo di permette all’altra parte di «scaricarne i costi».
«Importante», secondo il rappresentante di via XX Settembre, sarà passare per quel che concerne le imprese a contabilità semplificata da «una tassazione per competenza ad una tassazione per cassa»; in tale modo, «spariranno le valutazioni del magazzino, fonte inenarrabile di contenzioso, una sorta di buco nero» contabile. Miglioria, questa, che va incontro alle richieste della Cna e fa parte, prosegue Ceriani, del pacchetto della delega recentemente «sbloccato», con l’approdo dei provvedimenti attuativi in Consiglio dei ministri sulla definizione dell’abuso del diritto ed i rapporti tra fisco e contribuenti, la fatturazione elettronica e l’internazionalizzazione delle imprese. L’obiettivo è conferire un «assetto più moderno» agli oneri a carico delle aziende: con la fatturazione elettronica «tutto diventa più facile da gestire», nonché «meno costoso», essendoci la chance di emettere una fattura e «collocarla su una piattaforma informatica che funge da postino, e la smista al destinatario. L’Iva», dice, è «stata concepita negli anni ’60, entrata in vigore all’inizio del decennio successivo, in periodi, cioè, antecedenti allo sviluppo dell’informatica».
E, sorridendo, la bolla come «figlia di un’era» che oggi si direbbe «dei dinosauri», perché la direttiva che la istituiva era fondata sul documento cartaceo; attualmente, ogni impresa amministra tutto attraverso il computer, perciò «il decreto delegato consentirà un passo in avanti informatico fondamentale», e c’è da attendersi un «risparmio di costi e una minore incidenza di errori, che possono avvenire più spesso trascrivendo sulla base cartacea».
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