Il decollo ufficiale della programmazione 2014-2020 per i fondi strutturali Ue ha accumulato ritardi senza precedenti? Dieci Autorità di gestione non sono rimaste alla finestra e hanno rimediato giocando d’anticipo. Nove Regioni e un ministero hanno infatti utilizzato risorse proprie per far partire tempestivamente i Programmi in attesa del via libera della Commissione Ue. Un tesoretto di 289 milioni, pari al 14% della dotazione Ue per il 2014 e al 2,5% sui sette anni. Lo rivela l’Osservatorio sui Fondi strutturali Il Sole 24 Ore/Gruppo Clas.
«In un periodo di crisi prolungata – spiega Chiara Sumiraschi, economista di Gruppo Clas – queste risorse hanno consentito di mettere in cantiere misure a sostegno dell’innovazione, della ricerca e dell’occupazione. Un percorso virtuoso per non interrompere gli effetti benefici dei fondi strutturali sul tessuto imprenditoriale del Paese».
Il 55% delle risorse riguardano il Fondo sociale europeo, mentre il restante 45% fa capo al Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). Toscana, Puglia e Basilicata hanno anticipato di tasca propria finanziamenti per entrambi i programmi. La prima in ordine di tempo e la più virtuosa per risorse dispiegate è però la Toscana, che ha messo sul tavolo complessivamente 59 milioni, pari al 30% della dote per il 2014. Di questi circa 25 milioni sono stati destinati al programma coperto dal Fesr e 34 per il Fse. Se si considera anche il Fondo di sviluppo rurale si arriva a 82 milioni. «Abbiamo deciso di anticipare queste risorse – spiegano dalla Regione – per garantire continuità agli interventi, in attesa che a livello Ue si componessero i ritardi già accumulati e si arrivasse alla definizione compiuta dei Programmi. Grazie a questa decisione abbiamo guadagnato un anno, consentendo ai primi bandi di partire e ad alcune attività di non subire uno stop, garantendo così, per esempio sul fronte del Fondo sociale europeo, la prosecuzione di tirocini per i giovani o i centri per l’impiego». Sono stati inoltre promossi interventi innovativi, come il coworking, il rafforzamento dei percorsi universitari in collegamento con il mondo del lavoro o il bando per i tirocini non curricolari. L’anticipo dei fondi Fesr è invece servito per finanziare bandi per ricerca, sviluppo e innovazione, infrastrutture di ricerca e efficientamento energetico. L’ok di Bruxelles è poi arrivato a dicembre per il Fse e a febbraio per il Fesr.
La Puglia, ancora oggi in attesa del via libera della Commissione Ue, dichiara di aver anticipato 75 milioni: 50 per il Fondo europeo di sviluppo regionale e 25 per il Fondo sociale europeo. Nell’ambito del Fse la Regione ha puntato sulla scuola con interventi per prevenire la dispersione e per rafforzare le competenze di base. La Basilicata ha dispiegato in tutto 29 milioni (26 per il Fesr e 3 per il Fse), in buona parte destinati a interventi per la diffusione della banda ultralarga.
La Lombardia, invece, ha attinto dal proprio bilancio 30 milioni per anticipare i fondi Fesr, pari al 26% della dote per il 2014 e al 3,1% per l’intero periodo di sette anni. «L’avvio del Programma 2014-2020 – sottolineano dalla Regione – avviene in una fase di perdurante recessione, in un contesto sociale ed economico ancora difficile, che ci ha spinto a pensare per il primo biennio di programmazione all’attuazione di politiche anticicliche per dare un impulso rilevante alla ripresa economica». Lo strumento prescelto è il Fondo rotativo Frim Fesr 2020, istituito lo scorso ottobre, come primo atto di avvio in attesa dell’approvazione del Programma da parte della Commissione Ue avvenuta a febbraio. «Il nostro obiettivo – precisano – era dare continuità al Frim Fesr: nella programmazione 2007-2013 ha riscosso notevole successo da parte delle imprese, rivelandosi uno degli strumenti più idonei a supportare la capacità di innovazione». Il bando, pubblicato a gennaio, prevede la concessione di un finanziamento agevolato fino a un milione al tasso dello 0,5% annuo per progetti di ricerca e innovazione per le micro, piccole e medie aziende. Il via libera di Bruxelles al programma è arrivato lo scorso febbraio.
Tra i Programmi nazionali l’unico che ha dichiarato di aver anticipato risorse è il Pon Iniziativa occupazione giovani, gestito dal ministero del Lavoro, che finanzia misure a favore dei «Neet», i giovani che non studiano né lavorano. Su richiesta del ministero del Lavoro e delle Regioni sono stati anticipati dal Tesoro oltre 84 milioni di euro pari al 13% della dote per il 2014 «per consentire l’avvio tempestivo della Garanzia giovani». Intanto, spiegano dal ministero del Lavoro, è partito il Programma Sistemi di politiche attive per l’occupazione 2014-2020 adottato a dicembre con oltre 296 milioni di risorse impegnate.
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