Fassino fa il filogovernativo

È l’accusa che gli hanno rivolto anche i suoi amici di partito nell’associazione Comuni (Anci)

Italia Oggi
18 Giugno 2015
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Un duro atto di accusa nei confronti del presidente dell’Anci Piero Fassino, giudicato reo di avere un atteggiamento troppo filogovernativo e prono alle logiche partitiche del Pd. Ma anche qualche critica sulla gestione contabile dell’Associazione dei comuni che, a detta dei contestatori, non avrebbe ancora un bilancio trasparente soprattutto su consulenze e stipendi.

Nel consiglio nazionale dell’Anci ieri sono volati gli stracci. E le critiche non sono arrivate solo, come prevedibile, dai sindaci di Lega e Forza Italia, ma anche da alcuni esponenti del Partito democratico, delusi dal lungo tira e molla sul decreto enti locali che, dopo settimane di incontri interlocutori e promesse a vuoto, ha partorito, solo la settimana scorsa, un testo giudicato «insoddisfacente» e «incompleto», peraltro non ancora pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale.

Dall’Imu agricola, che mette in difficoltà soprattutto i sindaci dei piccoli comuni, al fondo Tasi (rifinanziato per 530 milioni a fronte dei 625 promessi nella legge di stabilità), dall’assunzione dei lavoratori stagionali (di cui, per il momento, nelle bozze del decreto non vi è traccia) all’emergenza immigrazione, sono stati parecchi i motivi per cui i primi cittadini hanno alzato la voce nei confronti del sindaco di Torino. I più critici sono stati soprattutto sindaci del Sud. Assente Leoluca Orlando, che più di una volta ha espresso il proprio malumore nei confronti della gestione Fassino, a vestire i panni dei contestatori sono stati Luca Cannata, sindaco di Avola (Sr) e vicepresidente di Anci Sicilia e Giuseppe Varacalli, sindaco di Gerace (Rc).

Il primo è di Forza Italia e il secondo è del Pd, ma, una volta tanto, uniti nel contestare la linea Fassino, accusato di aver fatto dell’Anci, «un ministero del governo Renzi». Contro Fassino si è scagliato anche il «fuoco amico» di un altro esponente del Pd, il sindaco di Narni (Tr) Francesco De Rebotti. Tutti hanno chiesto a Fassino di «spogliarsi della pettorina del Pd» e di rappresentare gli interessi di tutti i comuni, indipendentemente da logiche di appartenenza politica. Come del resto dovrebbe essere nel dna dell’Anci. Gli amministratori di centrodestra hanno provocatoriamente chiesto a Fassino di organizzare una manifestazione nazionale contro le politiche del governo. Rievocando il precedente della grande manifestazione di agosto 2011 contro i tagli del governo Berlusconi e di Giulio Tremonti a cui parteciparono molti sindaci della Lega, nonostante il diktat contrario di Umberto Bossi (l’allora sindaco di Varese, Attilio Fontana, arrivò a dimettersi dalla presidenza di Anci Lombardia per protesta contro il Senatùr). A rinfrescare la memoria a Fassino è stata in particolare Elisa De Berti, sindaco leghista di Isola Rizza (Vr), ma l’ipotesi di scendere in piazza contro il governo è stata subito rispedita al mittente dal sindaco di Torino che ha difeso l’operato dell’Anci e in particolare il decreto enti locali, giudicato un segnale di grande attenzione da parte del governo verso le autonomie.

Ma, come detto, i malumori contro la gestione Fassino hanno riguardato anche la gestione contabile dell’Associazione. Molti i voti contrari e gli astenuti sul consuntivo che ha chiuso in negativo a causa delle passività di Ancitel. Alberto Ancarani, consigliere comunale di Forza Italia a Ravenna ha chiesto l’istituzione di una commissione di garanzia sui conti, chiedendo maggiore trasparenza, in particolare sugli importi degli stipendi e delle consulenze.

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