A questo punto spetta soltanto al Governo indicare la strada migliore sui posti rimasti vacanti da dirigenti nelle agenzie fiscali, magari con il placet del Quirinale per evitare aggiramenti dalla sentenza n. 37/2015 della Consulta. Il Parlamento ha fatto le sue proposte e le ha messe sul tavolo della commissione Bilancio del Senato come possibili emendamenti al decreto enti territoriali (Dl n. 78/2015). E la commissione ha deciso di procedere spedita all’esame dei quasi mille emendamenti e dunque bypassare lo scoglio delle ammissibilità per le proposte di modifica presentate dal Pd (primo firmatario Giorgio Santini) e da Francesco Naccarato (Gal). Si è aggiunto anche un quarto emendamento ai tre che prevedono come soluzioni per la fase transitoria fino alla conclusione del concorso: deleghe ai funzionari, incarichi di responsabilità provvisoria, interim ai dirigenti. Anche questo è stato proposto dal Pd ma con l’obiettivo di dare continuità all’azione amministrativa svolta da chi apparteneva ad altra area ma svolgeva incarichi superiori. Si punta, infatti, a riconoscere ai funzionari che hanno svolto funzioni della terza area e assunti in base al contratto collettivo nazionale 1998-2001, solo dalla data di entrata in vigore del decreto (20 giugno scorso), l’inquadramento giuridico-economico corretto.
La commissione Bilancio conta di chiudere l’esame già per domani così da consegnare il testo all’Aula di Palazzo Madama. Poi il decreto dovrà affrontare la seconda lettura di Montecitorio, ma con la pausa estiva che incombe il testo del Senato potrebbe non subire di fatto alcuna modifica.
I tre emendamenti già anticipati su queste pagine si preoccupano di individuare delle soluzioni-ponte. Tra le proposte a firma Santini, quella con più solide basi giuridiche – e tale da non apparire un aggiramento della sentenza della Corte costituzionale (l’altra proposta ipotizza l’istituzione di reggenze messe al bando dalla Consulta) – ipotizza che, al massimo entro fine 2016, i dirigenti possano delegare a funzionari di terza area «le competenze di cui hanno assunto la direzione interinale e i connessi poteri di adozione di atti, escluse le attribuzioni riservate ad essi per legge». L’indennità ai delegati dovrebbe essere graduata alle funzioni ricoperte e alla valutazione delle performance, e dovrebbe essere definita in sede di contrattazione integrativa.
A questa potrebbe aggiungersi la parte dell’emendamento Naccarato che annulla i concorsi 2013 e 2014 e fissa il bando del nuovo concorso per dirigenti da far partire subito entro 60 giorni dall’approvazione del Dl 78/2015. Un concorso per titoli ed esami da chiudersi inderogabilmente entro il 31 dicembre 2016 e riservando al personale delle entrate un 40% di posizioni. Nella gestione transitorio la proposta Naccarato prevede l’assegnazione delle posizioni dirigenziali ad interim che poi potranno attribuire deleghe di funzione a funzionari di terza area laureati e avere un’esperienza di almeno 5 anni nell’area di appartenenza. Dal mix di queste due proposte, dunque, il Governo potrebbe trovare la soluzione alla vicenda dei dirigenti delle entrate così come annunciato dallo stesso ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri).
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento