Decreto sviluppo con vista sugli enti locali

Il Viceministro Vegas ha annunciato che nel provvedimento da approvare entro il 16 novembre ci saranno anche misure per il Sud, l’università, il 5 per mille, la cultura, i territori montani. Spiraglio stretto per la modifica del Patto di stabilità

l 5 Novembre 2010
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“Il Governo ha ufficialmente preannunciato l’emanazione di un decreto entro il 16 di questo mese che conterrà una serie di questioni che stiamo trattando qui: ci sarà il Piano per il Sud (con la questione dei fondi Fas); il finanziamento dell’università, con il Governo che ha intenzione di incentivare i fondi per università, ricerca e sviluppo; la reintegrazione degli ammortizzatori sociali; i contratti di produttività; il reintegro del 5 per mille; risorse per la cultura”. Lo ha detto ieri il Viceministro dell’economia Giuseppe Vegas riassumendo i contenuti del ‘decreto sviluppo’ da 7 miliardi annunciato dal governo e che dovrebbe accompagnare la nuova Finanziaria. “Entro la prossima settimana – ha detto ancora Vegas – verrà poi redatto il piano nazionale delle riforme da presentare all’Europa”. Riforme che dovrebbero ricalcare i cinque punti elencati dal premier nel suo discorso programmatico alle Camere. “L’azione del Ggoverno – ha sottolineato Vegas – si basa sulle due gambe: da un lato la finanziaria con la salvaguardia dei saldi e le misure di rilancio nel ‘decreto sviluppo’ sempre salvaguardando i saldi”.
Il provvedimento, a detta di Vegas, dovrebbe affrontare anche il problema del finanziamento degli enti montani. “È dal 20 luglio scorso – ha però commentato il Presidente dell’Uncem Enrico Borghi – che, secondo gli impegni assunti dal Governo, attendiamo un segnale concreto in merito al reintegro dei trasferimenti ordinari alle comunità montane, almeno quelli del fondo consolidato per il personale assunto con leggi speciali dello Stato e dal medesimo garantiti. Ci auguriamo pertanto che quanto annunciato alla Camera dal Viceministro Vegas possa rappresentare la soluzione a una situazione gravissima sul territorio, dove i dipendenti non percepiscono da mesi lo stipendio. In questo senso, un decreto legge costituirebbe un adeguato atto di responsabilità da parte delle istituzioni”. “Occorre accelerare il confronto tra il Ministero dell’economia e gli enti locali per la revisione del patto di stabilità perché i comuni devono approvare i bilanci di previsione e la necessità di cambiare il Patto si fa sempre più stringente”, sollecita il delegato Anci per la finanza locale Salvatore Cherchi. “I tavoli tecnici tra Anci e Ministero dell’economia hanno già condiviso proposte e percorsi – spiega Cherchi – come per esempio l’idea di ampliare l’arco temporale di riferimento. Proposta che l’Anci aveva avanzato già molto tempo fa ma che, all’epoca, venne rispedita al mittente”. In ogni caso “l’Anci e i comuni italiani sono da sempre pronti ad un confronto serio e produttivo”.
Ma sulle modifiche al Patto lo spiraglio sembra essere molto stretto. Almeno a detta di Vegas. Il quale in apertura dei lavori della Commissione bilancio della Camera sul d.d.l. stabilità, ha confermato che “la posizione del governo non muta” e che quindi non ci saranno aperture a modifiche sostanziali nella legge di stabilità. Tuttavia ha assicurato che i temi sollevati dai parlamentari “saranno affrontati in altre sedi e in tempi molto brevi”. Per quanto riguarda i cambiamenti al patto stabilità interno, il vice ministro ha detto che deve essere prima raggiunto un accordo con le associazioni delle autonomie locali. “Non possiamo mettere il carro davanti ai buoi”, ha commentato. Sui fondi Fas “ci sarà un approfondimento in tempi rapidi”, ha aggiunto. Tutti gli altri temi, come università, ricerca, emittenza locale, “saranno affrontati in altre sedi”. Da segnalare che la maggioranza è stata battuta ieri proprio su un emendamento riguardante l’uso dei fondi Fas.

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