Scuola, ristrutturazioni al via

I Ministeri dell’istruzione e delle infrastrutture hanno concluso una prima tranche delle verifiche sulla sicurezza: con 358 milioni già sbloccati (e altri 426 ne arriveranno) partono i lavori per le situazioni più urgenti. Soprattutto al Sud

kandy 15 Novembre 2010
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La scuola sempre più al centro del dibattito. In positivo, con riferimento all’incremento degli interventi per la sicurezza (altri 426 milioni in arrivo). In negativo, relativamente alle polemiche che stanno seguendo in queste ore alle misure contenute nel maxiemendamento del Governo al d.d.l. stabilità.
Partiamo dalla sicurezza: lavori di ristrutturazione al via in 1.706 istituti degradati o a rischio. I Ministeri dell’istruzione e delle infrastrutture hanno infatti concluso una prima tranche della verifica sullo stato dell’edilizia degli edifici scolastici in Italia e con 358 milioni stanziati dal Governo e già sbloccati possono partire i lavori per le situazioni più urgenti. Si tratta di scuole in tutta Italia, soprattutto al Sud.
È stato il Ministro Gelmini, insieme al sottosegretario Mario Mantovani, a presentare venerdì scorso a Palazzo Chigi lo stato dell’arte dell’aggiornamento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica.
“Finalmente la banca dati è stata completata e contiene per la prima volta, oltre agli elementi strutturali, quelli non strutturali degli edifici”, come lo stato di controsoffitti, tramezzature, rischio sismico, presenza di barriere architettoniche, presenza di amianto e certificazioni antincendio: “Tutte informazioni che come ha dimostrato la tragica vicenda di Rivoli sono molto importanti”, ha detto Gelmini.
Da gennaio 2009, sotto il coordinamento delle Regioni, 466 squadre tecniche hanno effettuato sopralluoghi negli edifici scolastici, verificando in particolare gli elementi non strutturali. Lo scorso aprile il Miur ha chiesto direttamente alle scuole le informazioni necessarie per velocizzare l’aggiornamento della banca dati. “Siamo riusciti a monitorare quasi l’80% delle 45.000 scuole italiane – ha spiegato Mantovani – e ora, entro giugno, con i fondi già disponibili i lavori possono essere cantierizzati”. Per l’edilizia scolastica il governo ha stanziato 1 mld di euro (per la Gelmini è “il triplo di quanto ha fatto l’esecutivo precedente”): 226 mln sono andati alla ricostruzione delle scuole in Abruzzo colpite dal sisma; 358 mln serviranno per questi 1.706 interventi più urgenti; 426 i mln del prossimo stanziamento. Inoltre, il Miur ha firmato un accordo da 20 mln con il Ministero dell’ambiente per migliorare l’efficienza energetica degli istituti e due accordi con le Regioni Lazio (115 mln) e Calabria (42 mln) per la riqualificazione delle scuole. A Rivoli andarono subito 100 mila euro, poi altri 3 mln con uno stanziamento ad hoc.
Per la Gelmini “è necessario colmare le lacune e le carenze nell’edilizia scolastica: in periodi di tagli è difficile, ma è un obiettivo che si può raggiungere se tutte le istituzioni danno alla scuola la giusta priorità rispetto ad altre voci di spesa.
Una scuola sicura per i nostri ragazzi – ha concluso – è un obiettivo di civiltà che dobbiamo raggiungere e su questo occorre un grande impulso”.
Quanto alla classifica regionale delle 1.706 ristrutturazioni che partono subito, al primo posto c’è la Sicilia (296 interventi urgenti e 36,3 mln disponibili), seguita da Veneto (186 con 27,5 mln). Puglia (181 con 25 mln) e Lazio (154 con 35,5 mln). In fondo alla classifica le Province autonome di Trento e Bolzano (0 interventi), la Valle d’Aosta (3) e il Friuli Venezia-Giulia (5).
Passiamo al fronte finanziario. In merito al d.d.l. stabilità, il Ministro ha affermato che “c’è stato un grande sforzo da parte di tutto il governo, da parte del Premier e del Ministro Tremonti, perché si è data la giusta importanza al sistema della scuola e dell’università. Sono state trovate le risorse per la scuola paritaria, per le spese di funzionamento e per le supplenze nella scuola pubblica”. Di diverso parere i sindacati. “La manovra finanziaria colpisce ulteriormente e pesantemente, scuola, ricerca e università. È il solito gioco delle tre carte. Si incrementano di 800 milioni i fondi per l’università, la cui ripartizione, tra concorsi fondo ordinario e diritto allo studio, non è chiara, ma si confermano i tagli di 1,4 miliardi previsti dal decreto fiscale del 2008. Agli istituti di ricerca pubblici resta la diminuzione di 95 milioni del fondo per il 2011. Peraltro lo schema dei nuovi statuti, a partire dal CNR, accentua centralizzazione, negazione di libertà e burocratizzazione. Sono confermati i tagli per la scuola, anche per il prossimo anno e nel contempo sono aumentati di 245 milioni i fondi per le scuole paritarie”. Lo dice in una nota Mimmo Pantaleo Segretario Generale della Flc-Cgil. “Un Governo in agonia vuole completare l’opera di demolizione della conoscenza pubblica per lasciare spazio alla privatizzazione – aggiunge – Il Ministro Gelmini pretende di far riprendere in Parlamento il cammino del disegno di legge sull’università che deve essere semplicemente ritirato. Solo con tale atto si può aprire una discussione costruttiva sulla riforma che serve davvero per l’università”.

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