I ministri europei intervenuti al Forum europeo per il turismo che si è svolto nei giorni scorsi a Malta hanno discusso il piano d’azione presentato dalla Commissione e contenente una roadmap per sviluppare azioni chiave quali l’Osservatorio europeo sul turismo, la Piattaforma sul turismo e ICT e il Marchio di qualità europeo. Intervenendo al Forum il Vicepresidente della Commissione europea e commissario responsabile per l’industria, l’imprenditoria e il turismo Antonio Tajani ha dichiarato: “l’Europa è la principale destinazione turistica nel mondo e noi dobbiamo mantenere questo primato. I nuovi mercati emergenti come il Brasile, Russia, India e Cina possono offrire all’Europa un’opportunità per mantenere la sua crescita, considerando che il turismo può contribuire ad alleviare gli effetti della crisi.”
Si stima che il turismo generi più del 5% del PIL dell’UE. Ma la sua importanza non si limita al solo fatturato. Basti pensare che il settore impiega circa 10 milioni di persone. Per continuare ad espandersi l’industria turistica europea deve guardare ai promettenti mercati emergenti, tra i quali la Cina è l’esempio più cospicuo. Sebbene in termini assoluti il Nord America sia ancora di gran lunga il mercato più grande per quanto concerne il numero di turisti che si recano in Europa, seguito dal Giappone e dalla Russia, la Cina presenta il potenziale maggiore, con una popolazione di poco più di 1,3 miliardi di abitanti e un tasso di crescita della spesa legata al turismo estero pari al 21% (UNWTO 2009). Per cogliere le opportunità offerte dai nuovi mercati e rafforzare la sua posizione di leader l’Europa in quanto destinazione turistica deve dimostrare di riuscire a combinare un’elevata qualità con la sostenibilità.Le ultime cifre di Eurostat relative agli arrivi turistici internazionali nel 2010 indicano che è iniziata la ripresa del settore turistico, nonostante i problemi incontrati come ad esempio l’eruzione del vulcano islandese. Se si compara il primo semestre del 2009 e il primo semestre del 2010 si constata un aumento degli arrivi pari al 9% dal Nord America, all’8% dal Giappone, al 18% dalla Federazione russa, al 19% dalla Cina e addirittura al 46% dal Brasile.
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