La Commissione europea ha deciso di ‘dichiarare guerra’ alle polveri sottili, le PM10, che inquinano l’aria, portando l’Italia sul banco degli imputati alla Corte di giustizia dell’Ue, in quanto i valori limite sono state superati in numerose zone del Paese. Provocate dalle emissioni industriali, dal traffico e dai riscaldamenti domestici, le PM10 possono causare asma, problemi cardiovascolari fino al cancro ai polmoni e morti premature.
Sempre sul fronte ambientale, l’Italia è finita nel mirino di Bruxelles anche per non aver ancora preso le misure per proteggere il bacino del fiume Olona (Lombardia), e sottoporre a trattamento tutte le acque reflue della zona, come le aveva ingiunto nel 2006 la Corte di giustizia Ue. In questo caso Roma “ha due mesi per reagire, trascorsi i quali, in caso di inadempienza – scrive Bruxelles – potrebbero esserle applicate sanzioni pecuniarie”.
Insomma la Commissione europea sembra più che mai decisa ad imporre il rispetto delle regole, non solo in materia ambientale ma anche energetica. Su questo fronte Roma ha ricevuto la settim
I quattro Stati hanno chiesto proroghe” rispetto alle scadenze per l’applicazione delle norme Ue, ma “la Commissione ritiene che le condizioni per concederle non siano state rispettate per diverse zone non in regola”. La questione sembra stare particolarmente a cuore al commissario europeo all’ambiente Janez Potoknik, che nel maggio scorso aveva ricordato come l’inquinamento atmosferico continui a causare “ogni anno più di 350mila morti premature in Europa.
E in Italia – aggiungeva – sono ancora troppi i luoghi dove, per ogni 10mila abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente solo a causa delle particelle sottili”. L’Italia però si sta muovendo. E infatti proprio oggi la Commissione europea ha chiuso una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia in quanto ha preso tutte le disposizione per trasporre nel proprio ordinamento la direttiva europea del 2008 sulla qualità dell’aria.
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