La partecipazione degli enti locali alla lotta all’evasione lascia ancora molto a desiderare. Le segnalazioni dei comuni all’Agenzia delle entrate hanno infatti prodotto “una maggiore imposta accertata pari a 16,2 mln”, come ha detto ieri nel corso di un’audizione presso le Commissioni riunite finanze e tesoro del Senato il direttore generale dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera. “Ad oggi i comuni che hanno risposto meglio sono quelli dell’Emilia-Romagna, che ha prodotto quasi l’80% delle segnalazioni; ma trend in crescita significativi sono riscontrabili in Lombardia, Veneto, Piemonte, Marche e Umbria. E invece il Lazio, le regioni meridionali e le isole restano ancora in ritardo (poche decine di segnalazioni)”. I dati sul processo di partecipazione degli enti all’accertamento dei tributi statali, aggiornati al 15 novembre scorso e comprensivi delle annualità 2009 e 2010, mostrano che le segnalazioni sono state pari a 10.700 di cui 1.700 le segnalazioni già lavorate dalle direzioni provinciali e collegate con un atto di accertamento. “Le 1.700 segnalazioni già lavorate e collegate a un atto di accertamento -ha messo in evidenza Befera- hanno prodotto una maggiore imposta accertata pari a 16,22 mln di cui una maggiore imposta definita pari a 4 mln, una maggiore imposta riscossa pari a 1,9 mln”. Befera ha inoltre spiegato che “da parte del Dipartimento delle finanze è in corso di emanazione il provvedimento per consentire la devoluzione degli imposti spettanti ai comuni”.
In termini numerici, “tra i 5 ambiti previsti dal provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate del dicembre 2007”, il 7% delle segnalazioni riguarda il settore commercio e professioni, l’8% urbanistica e territorio, il 65% proprietà edilizie e patrimonio immobiliare, il 2% segnalazioni di residenze fiscali all’estero, il 18% beni indicanti capacità contributiva”. “L’obiettivo dell’Agenzia delle entrate -ha concluso Befera- è fare sistema con gli enti locali per rafforzare il contrasto all’evasione fiscale e ottenere un ritorno in termini di legalità e recupero di gettito”.
Delle 10.700 segnalazioni arrivate dai comuni, oltre alle 1.700 già lavorate, ce ne sono 7mila ancora in lavorazione dalle direzioni provinciali dell’Agenzia e 2mila che sono state archiviate. Per quanto riguarda invece i 16,22 milioni di euro accertati, la maggiore imposta definita è pari a 4 milioni di euro e la maggiore imposta riscossa pari a 1,9 milioni. Il 65% delle segnalazioni riguarda le proprietà edilizie e il patrimonio immobiliare, il 18% i beni indicanti Capacità contributiva, l’8% l’urbanistica e il territorio, il 7% il commercio e le professioni e il 2% le residenze fiscali all’estero. Anche se, ha aggiunto Befera, “occorre specificare che se è vero che le segnalazioni più numerose arrivano dall’ambito delle proprietà edilizie e del patrimonio immobiliare, le segnalazioni che ‘cubano’ di più in termini di maggiori imposte accertate sono quelle dell’ambito urbanistica e territorio (in particolare le segnalazioni che nascono dalle opere di lottizzazione dei terreni edificabili ovvero da lottizzazione abusiva)”.
Befera ha precisato che i numeri delle segnalazioni vanno letti tenendo presente i tempi del processo accertativo (segnalazione, eventuale attività istruttoria interna o esterna della Direzione provinciale, accertamento, eventuale contenzioso e riscossione) e per tale motivo il numero più ampio delle segnalazioni è ancora in corso di lavorazione da parte delle direzioni provinciali dell’agenzia. Infine, il direttore generale dell’Agenzia delle entrate ha sottolineato che l’Agenzia “è molto impegnata per supportare e stimolare i comuni ad operare per la predisposizione e l’invio delle segnalazioni”.
Intanto, a riprova di quanto affermato da Befera, si rafforza l’alleanza tra Agenzia delle entrate e comuni emiliano-romagnoli contro l’evasione fiscale, con le adesioni di Bagno di Romagna (FC), Montefiore Conca (RN), San Giorgio Piacentino (PC) e San Lazzaro di Savena (BO) all’intesa tra la Direzione regionale e l’Associazione nazionale comuni italiani. Nella provincia di Forlì-Cesena, salgono a 25 (su 30) i comuni che hanno siglato l’accordo con l’amministrazione finanziaria; 28 (su 48) sono quelli nella provincia di Piacenza, 31 (su 60) sono quelli nel bolognese e 12 (su 27) quelli nel riminese. Tocca così quota 211 (60% del totale regionale) il numero dei comuni dell’Emilia-Romagna che collaborano con l’Agenzia, attraverso lo scambio continuo di dati e informazioni, permettendo una governance locale, mirata ed efficace, dell’attività di controllo. Tra gli enti “caccia-evasori”, figurano tutti i capoluoghi di provincia e centri rilevanti per tessuto economico. Con San Lazzaro di Savena, 4° comune del Bolognese per numero d’abitanti, San Giorgio Piacentino (11° del Piacentino), Bagno di Romagna (13° nella provincia di Forlì-Cesena) e Montefiore Conca (RN) sono più 3,5 milioni i residenti nei comuni che hanno aderito (più dell’85% dei residenti regionali).
Segnalazioni anti-evasione flop
Dagli spunti forniti dai comuni alle Entrate ricavati solo 1,9 milioni di imposta. I dati evidenziati dal direttore dell’Agenzia Befera in audizione, mentre in Emilia-Romagna è boom di accordi tra amministrazione e autonomie
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