Iniziativa popolare europea: il Parlamento approva regole fondamentali

l 21 Dicembre 2010
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Il Parlamento europeo ha approvato nei giorni scorsi le regole di base per il funzionamento dell’iniziativa popolare europea, prevista dal Trattato di Lisbona, che consentirà ad un milione di cittadini di presentare alla Commissione proposte di legge europea. Oggi l’Unione europea si sta aprendo a una democrazia partecipata. I cittadini posseggono adesso gli stessi diritti del Parlamento del Consiglio sull’iniziativa politica. Spetta a loro agire”, ha affermato Alain Lamassoure (PPE, FR) durante il dibattito precedente la votazione, che ha visto il testo approvato con 628 voti a favore, 15 contrari e 24 astensioni.
La co-relatrice Zita Gurmai (S&D, HU) ha aggiunto che “l’iniziativa dei cittadini rappresenta un’opportunità unica. Per la prima volta i cittadini possono unirsi per farci sapere se stiamo lavorando nel modo giusto. Ne abbiamo un grande bisogno”. Appena la legislazione entrerà in vigore, un “comitato di cittadini” composto di persone provenienti da almeno sette Stati membri, potrà registrare un’iniziativa e iniziare a raccogliere le firme, su carta o online, dopo la verifica di ammissibilità che spetta alla Commissione.
A ogni iniziativa sono concessi 12 mesi per la raccolta del milione di firme richieste e i firmatari devono provenire da almeno sette Stati membri. Un numero minimo di firme per Stato membro deve essere raccolto, numero che varia secondo la popolazione. Per l’Italia è 54.000, per la Germania 74.250 e per Malta 3.750. Gli Stati membri hanno l’onere di verificare la validità delle dichiarazioni a sostegno delle firme e potranno scegliere quale tipo d’informazione sia necessaria affinché le firme siano convalidate. Nella maggioranza dei casi, il numero della carta d’identità è obbligatorio. I firmatari dovranno essere cittadini europei e in età di voto. La procedura termina con la decisione della Commissione europea, da adottare entro tre mesi dal completamento della verifica delle firme, se procedere o meno con una proposta legislativa. Tale decisione dovrà essere resa pubblica.
Dopo l’approvazione formale del Consiglio, che dovrebbe avvenire entro poche settimane, gli Stati membri avranno un anno per integrare la nuova normativa nella legislazione nazionale. Il nuovo strumento dovrebbe quindi entrare definitivamente in vigore all’inizio del 2012.

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