In queste ore sta sorgendo un certo polverone attorno alla liberalizzazione del wi-fi, promessa dal Ministro Maroni entro l’anno, ma ancora non effettiva ad ogni effetto. Non è chiara, infatti, quale sia la procedura da seguire per giungere ad una realtà che, a parole, tutti sembrano auspicare.
Nei giorni scorsi, infatti, il disegno di legge n. 2494 sembrava prefigurare una strada sufficientemente lineare: una volta approvato, i limiti del decreto Pisanu sarebbero stati superati da una nuova norma. Il testo del resto è chiaro: “L’articolo 3, al fine di superare le restrizioni al libero accesso alla rete Wi-Fi, abroga l’articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155 (cosiddetto «decreto Pisanu»)”.
Nuove dichiarazioni accreditate a Giorgia Meloni, Ministro della gioventù, sembrano però indicare un modus operandi differente poiché riportano i riflettori sul c.d. milleproroghe:
Sarà un piccola grande rivoluzione la liberalizzazione del wi-fi, conseguenza della decisione di non prorogare la validità del decreto Pisanu. Da lungo tempo il mio ministero si batteva per la cancellazione di una normativa senza eguali nel mondo occidentale. Oggi la possibilità di sedersi al tavolino di un bar e connettersi alla rete con il proprio portatile è una consuetudine per i cittadini di tutte le nazioni sviluppate. Gli stessi proponenti originari della norma avevano ammesso ormai da tempo la scarsissima utilità per il contrasto al terrorismo di questa norma, che invece si è rivelata un grave ostacolo per la diffusione del libero accesso alla rete, e dunque per lo sviluppo dell’Italia
Dunque il decreto Pisanu decade poiché abrogato o in quanto non prorogato? Qual è la vera natura della caduta di un decreto che lo stesso Pisanu ha già dichiarato defunto?
Antonio Palmieri, PDL, riporta una versione più approfondita della questione spiegando che il decreto milleproroghe prevede l’abolizione delle norme sul wi-fi tranne che nel comma 1 dell’art. 7 relativamente alla necessità di una licenza per poter offrire connettività pubblica: nessuna identificazione, nessuna registrazione, ma permane l’obbligo di presentare in Questura apposita richiesta.
A maggior approfondimento della vicenda abbiamo a disposizione il punto di vista dell’on. Roberto Cassinelli, PDL, che ringraziamo per la disponibilità:
La parte del decreto Pisanu che prevede i ben noti paletti all’utilizzo degli access point pubblici e wi-fi non ha scadenza, sicché nulla ha a che vedere col c.d. milleproroghe. È necessario che il Governo presenti un ddl (oppure che il Parlamento esamini uno dei ddl già presentati dai parlamentari) in cui si proponga l’abrogazione o la modifica dell’art. 7 di tale decreto. È questa l’unica via per superare il Pisanu.
Non mi risulta che nulla di simile sia già stato calendarizzato
Tale dichiarazione è immediatamente antecedente la scoperta del disegno di legge già pronto in Senato per la discussione.
Abrogazione, mancata proroga, o nulla di fatto? Il decreto Pisanu sembra resistere, resistere, resistere. Ma le dichiarazioni di intenti vanno in questo caso tutte nella medesima direzione: l’anno potrebbe chiudersi con una buona notizia di segno bi-partisan.
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