Perugia, il comune sulle buste di plastica al bando

l 10 Gennaio 2011
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Finalmente l’Italia mette al bando le buste di plastica usate per lo shopping. Per l’occasione, l’assessore all’ambiente del Comune di Perugia, Lorena Pesaresi, rilascia un’importante dichiarazione i cui contenuti e principi travalicano l’esperienza specifica della città, essendo condivisibili in senso generale da tutti gli attori interessati e coinvolti: enti locali, imprese e associazioni di categoria del commercio.

La fine dell’utilizzo dei sacchetti di plastica dal 1° gennaio 2011, a partire dagli esercizi commerciali come già sanciva la legge finanziaria del 2007 è una grande vittoria delle istituzioni locali (oltre che degli ambientalisti e di Legambiente in particolare) per la salvaguardia ambientale, il decoro e la tutela della salute. Lo dimostra il fatto che, nonostante la proroga governativa del provvedimento fino al 2010, oltre 150 Comuni in Italia di concerto con le organizzazioni di categoria, già negli ultimi anni, hanno reso obbligatori i sacchetti ecologici negli usi commerciali senza aver riscontrato problemi particolari. Ma la vera sfida che ci sentiamo di aver vinto nonostante i tentativi di contrasto operati dalle lobby della plastica, è quella di aver posto fine alla produzione dei tradizionali sacchetti di plastica (In Italia oltre 200 mila tonnellate di produzione annua) e che da decenni imbrattano strade e marciapiedi, deturpano parchi e aree verdi, inquinano mari, boschi e campagne…
In questo lungo cammino anche il Comune di Perugia ha fatto e continuerà a fare la sua parte per promuovere l’uso e il valore degli shopper biodegrabili. Sia attraverso le assemblee pubbliche per la raccolta differenziata “porta a porta”, sia in tante altre occasioni, sensibilizzando l’opinione pubblica e gli operatori commerciali attraverso le proprie associazioni di categoria del settore con le quali abbiamo già svolto il 3 settembre scorso, con la partecipazione di Novamont, un importante incontro illustrativo-dimostrativo sulla bontà dei bioshopper condivisi da tutti i rappresentanti presenti di Camera di Commercio, Confcommercio, Confartigianato, CNA.
E’ l’inizio di un’estinzione programmata – ha aggiunto la Pesaresi – che segnerà anche nella nostra città, un cambiamento epocale nelle nostre abitudini, nei consumi e nei costumi. Una piccola grande rivoluzione quotidiana tramite la quale, in tempi di lotta agli sprechi e di crisi globale, anche i sacchetti di plastica sono chiamati a cedere il passo a nuovi prodotti riciclabili e biodegradabili. Un passaggio non indolore, non semplice, ma al quale ci abitueremo anche a Perugia, così come abbiamo fatto per tanti altri importanti cambiamenti fino a non farci più caso: dall’obbligo del casco nelle moto alla cinture di sicurezza in auto, dal divieto di fumare nei luoghi pubblici ai limiti di velocità, dall’“usa e getta” al vincolo della Raccolta differenziata…Tutti “obblighi” all’insegna della sicurezza, della convivenza civile e, ormai, della condivisione generale, dal momento che la qualità della vita collettiva, in altre parole la difesa dell’ambiente e della salute “vale” questa rinuncia.
L’attenzione all’ambiente deve diventare patrimonio comune e condiviso dei cittadini, e tutti dobbiamo capire che ogni gesto o comportamento virtuoso, anche piccolo, può contribuire in modo positivo. I sacchetti di plastica non sono biodegradabili, se non in tempi lunghissimi, mentre la tecnologia ci mette a disposizione materiali addirittura trasformabili in compost. Non solo, l’utilizzo di eco shopper rapidamente biodegradabili o borse riutilizzabili (sempre più auspicabili) – ha precisato l’assessore – portano alla riduzione alla fonte dei rifiuti prodotti con incremento della raccolta differenziata e alla conseguente riduzione dell’inquinamento e di emissioni di CO2. Possono inoltre essere riutilizzati per la frazione organica della raccolta differenziata. Del resto, ora si apre anche una grande opportunità nel segno della green economy, per quell’industria “verde” e più innovativa che da tempo ha puntato sul trattamento di materiali naturali e biodegradabili. Industria che oggi può rappresentare anche per l’Umbria un nuovo volano di sviluppo. Un ulteriore esempio di riconversione ecologica dell’economia che ormai porta a coinvolgere tutti i settori, anche come misura necessaria per uscire dalla crisi, per essere più competitivi nel mercato globale, per garantire uno sviluppo sostenibile e durevole. Ma accanto a ciò è fondamentale agire sui comportamenti individuali e collettivi attraverso la comunicazione e la sensibilizzazione delle comunità locali, affinché, responsabilmente, si superi la cultura dello spreco, dei falsi bisogni, del consumismo sfrenato. In sintesi, facciano nostro un principio fondamentale: “Consumare per vivere e non vivere per consumare”.

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