È ormai pronto il nuovo testo del decreto per gli incentivi alle energie rinnovabili. Lo ha assicurato il Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, spiegando, a margine dell’assemblea di Assoelettrica, che il decreto è basato su “due pilastri”. Il decreto sarà presentato oggi al Consiglio dei Ministri. Romani ha infatti detto di volerlo “condividere con tutti”. Il passaggio in C.d.M. sarà solo “consultivo”, perché non necessario; è stato ritenuto opportuno dopo gli attriti tra i Ministeri interessati (sviluppo economico e ambiente) e per la delicatezza politica del tema.
“È un testo interministeriale – ha detto il ministro – ma riteniamo che per gli effetti di lungo periodo e l’importo complessivo che ne deriva non possa non essere condiviso dal Consiglio dei Ministri”. Due i pilastri, “il primo è il decalage” che permetterà dal primo gennaio 2013 “un livello di incentivi che consente di far andare a regime il sistema tedesco”, con incentivi inversamente proporzionali alla capacità installata. “Abbiamo scelto – ha detto Romani – la strada del decalage morbido che consente a tutti quelli che anno fatto l’investimento di non buttarlo via”. Il secondo pilastro, il nodo più discusso con il Ministero dell’ambiente è quello della “certezza della produzione elettrica. Ci siamo salvati con l’Autorità che regola questo meccanismo. L’Autorità ha determinato delle certezze sui tempi di allaccio”. “Complessivamente – ha concluso Romani – abbiamo dato una risposta certa di lungo periodo sostenibile”. “Superate le incomprensioni – ha aggiunto il Ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo – credo sia un provvedimento che rafforza il settore”. Con il decreto “abbiamo supportato in maniera straordinaria i piccoli impianti fino a 200 kw, non solo sui tetti ma anche a terra. Credo – ha sottolineato – sia un capovolgimento dei criteri precedenti perché si spinge sui piccoli e si privilegia l’autoconsumo che è la finalità fondamentale”. Per quel che riguarda invece il tema dei rimborsi qualora gli incentivi venissero meno per ritardi nell’allaccio alla rete, la Prestigiacomo ha spiegato: “Se l’allaccio arriva in ritardo ci sarà il risarcimento stabilito secondo le modalità dell’autorità per l’energia, anche se ci auguriamo che ció non avvenga”.
E gli scenari prossimi futuri? “Il Governo aprirà un tavolo sulle politiche energetiche entro il mese di giugno”, come emerso in un incontro sulle politiche energetiche tra i sindacati ed il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia. “L’incontro è stato interlocutorio – ha detto il segretario confederale della Cisl, Gianni Baratta – il sottosegretario Saglia ha parlato di esigenza di dotarsi di una strategia energetica entro 12 mesi, così come previsto dall’ultimo ‘decreto moratoria’ sul nucleare, emanato dal governo”. “L’obiettivo – ha spiegato Baratta – sarà quello di disegnare una road map con scenari al 2020-2030-2050 in linea con quanto già si sta facendo. La Cisl considera positivamente l’atteggiamento costruttivo del governo anche se, dati gli argomenti complessi, l’ampliamento della filiera energetica, i problemi relativi alle reti, gli interessi chiamati in ballo da tutte le parti coinvolte, sarà, di certo, una sfida importante”. “Il sottosegretario ha anticipato che domani nel corso del Consiglio dei Ministri (oggi, ndr) verrà presentato il decreto sulle energie rinnovabili, dove l’impianto rimarrà quello indicato dal ministro con garanzie su attivazione che, se subiranno dei ritardi, saranno compensate con risarcimenti. Questa situazione – ha concluso Baratta – con l’abbassamento degli incentivi, potrà creare problemi al settore occupazionale e produttivo, cosa che abbiamo più volte evidenziato, con vertenze che conseguentemente, arriveranno sul tavolo del ministero”.
LE PROPOSTE DEL PDL
“Bisogna mettere ordine nella politica delle concessioni per gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili”. Lo dichiara Nicola Cristaldi del Pdl nell’annunciare la presentazione di una proposta di legge di cui è primo firmatario, per favorire lo sviluppo della produzione di energia alternativa nel rispetto del paesaggio e delle regole urbanistiche. “L’Italia entro il 2020 dovrà assicurare almeno il 17 per cento di energia del proprio fabbisogno con impianti di fonti rinnovabili. Tale traguardo – afferma Cristaldi – è di difficile raggiungimento se non c’è il coinvolgimento dei comuni. Abbiamo assistito a polemiche di ogni genere per la collocazione di impianti per l’energia alternativa in luoghi ‘protetti’ e con situazioni perverse che in alcuni casi hanno portato anche ad arresti di amministratori locali e di imprenditori. I comuni – conclude sostiene Cristaldi – devono adeguare gli strumenti urbanistici prevedendo nei piani regolatori generali apposite aree da destinare alla ubicazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili in modo da disciplinare la concessione delle autorizzazioni dal punto di vista urbanistico”.
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