Istat: eGovernment, Italia prima in Europa

Premia l’Italia il Rapporto Istat per l’anno 2010, tra i primi Paesi in Europa ad erogare servizi online da parte della Pubblica Amministrazione. Soddisfatto il ministro Renato Brunetta

l 26 Maggio 2011
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Positivo il bilancio Istat relativo alla pubblica amministrazione italiana, che avrebbe retto alla crisi meglio di altri Paesi UE. Il Rapporto 2010 sul sistema Paese Italia rivela infatti un e-Government ad un punto di svolta e di eccellenza, dopo che a gennaio è entrato in vigore il Codice dell’amministrazione digitale (Cad). Un traino per la Pubblica Amministrazione verso il digitale e gli obiettivi stabiliti con il piano nazionale e-Gov 2012 stilato da Brunetta e del piano di azione europeo per l’e-Government 2011-2015.
Il merito dell’Italia, secondo l’ISTAT, sarebbe di essere tra le poche nazioni ad offrire servizi digitali al pubblico. La media UE è dell’84,3% con un grado di interattività del 98% per le imprese e del 99% per i cittadini. Tra gli altri Paesi a fare altrettanto ci sono  Austria, Irlanda, Malta, Portogallo e Svezia.
Nel 2010 ben l’83,7% delle imprese italiane ha utilizzato i servizi delle p.a. offerti su internet , percentuale che supera il 95% tra le imprese con almeno 50 dipendenti. C’è poi un buon 77,7% che fruisce di servizi di vario tipo e non esclusivamente informativo, i servizi di e-Government vengono utilizzati da poco più della metà degli utenti per inviare alle amministrazioni moduli compilati e il 46,4% svolge  procedure amministrative interamente per via elettronica. Un percorso che le imprese stanno imparando ad apprezzare e che le porterà nel 2012 a risparmiare 17 miliardi di euro.
Soddisfatto il Ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta: «Quella svolta dal presidente Giovannini è una radiografia seria e condivisibile, che colloca l’Italia tra i Paesi europei che meglio hanno tutelato la coesione sociale».
Brunetta ha poi aggiunto che «il Rapporto Istat di quest’anno mostra infatti che l’Italia ha pagato, a causa della recessione, un prezzo elevato in termini di produzione e di disoccupazione ma ha anche limitato l’impatto sociale e ha evitato crisi sistemiche analoghe a quelle di altri Paesi. La ricchezza di cui dispongono le famiglie, un tessuto produttivo robusto e flessibile, l’ampio ricorso alla cassa integrazione, il rigore nella gestione del bilancio pubblico e le reti di aiuto informale sono gli elementi che spiegano perché la caduta del reddito prodotto, la più forte tra i Paesi industrializzati, non si e’ trasformata in una crisi sociale di ampie dimensioni».

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