La consultazione popolare lanciata dalla Commissione europea lo scorso 18 maggio non è piaciuta all’EuPF (European Plastic Films), associazione dei produttori di pellicole plastiche all’interno di EuPC, la Federazione europea dei trasformatori di materie plastiche.
Il consumo annuo di 3,4 milioni di tonnellate di shoppers all’interno dell’Unione europea sarebbe esagerato, quasi il doppio di quello stimato dall’EuPF, che ai ferma a 1,8 milioni di tonnellate. I 500 sacchetti per abitante calcolati dalla Commissione sarebbero pesantemente gonfiati, soprattutto in vista della diffusa abitudine al riuso.
Ma non solo: la consultazione popolare voluta da Bruxelles non sarebbe legittima, secondo l’associazione, soprattutto perché prende (o prenderebbe) le mosse dal bando italiano, duramente contestato da EuPC. In realtà nel testo della consultazione, l’unico accenno che si fa all’Italia non è nemmeno molto lusinghiero, oltre ad essere assai vago: “Other Member States have adopted a more drastic approach by banning the use of certain types of plastic carrier bags, as it is the case in Italy” si legge infatti. (Altri stati membri hanno adottato un approccio più drastico, vietando l’uso di certi tipi di sacchetti da asporto, per esempio l’Italia).
Il comunicato di EuPC termina con la considerazione che il biodegradabile non possa essere la soluzione alternativa alla plastica e l’associazione si dice pronta al dialogo e alla collaborazione con il Commissario Potcnik, ammettendo i danni causati dalla dispersione di sacchetti nell’ambiente.
Sacchetti, l’European Plastic Films: “La consultazione voluta dalla CE è illegittima e i dati sono sbagliati”
La consultazione popolare sui sacchetti voluta dalla Commissione europea non sarebbe legittima. A dichiararlo è l’EuPF, l’associazione europea dei produttori di pellicole plastiche, che contesta inoltre i dati riportati da Bruxelles. I sacchetti consumati ogni anno nell’UE sarebbero 1,8 milioni di tonnellate e non 3,4
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