Federalismo al settimo sigillo

Via libera nelle Commissioni al decreto legislativo sull’armonizzazione dei bilanci pubblici, che già oggi sarà esaminato da,l Consiglio dei ministri. Voto unanime dai partiti, ma ora il Pd chiede di riscrivere le norme sul fisco municipale

l 9 Giugno 2011
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Il cammino del federalismo fiscale procede inarrestabile. Le parole sono del Ministro della semplificazione Roberto Calderoli. E forse non gli si può dare torto se si pensa che ieri le tre commissioni competenti, ovvero le Commissioni bilancio di Camera e Senato e la Commissione bicamerale per il federalismo, hanno approvato con un voto favorevole all’unanimità e in tutte e tre le sedi il settimo decreto legislativo del federalismo fiscale, riguardante l’armonizzazione dei bilanci pubblici. Il decreto legislativo per l’armonizzazione dei bilanci pubblici verrà portato nel Consiglio dei Ministri di questa mattina per l’approvazione definitiva. “La strada intrapresa dall’inizio della legislatura, basata sull’assoluta volontà di dialogo tra maggioranza e opposizione sui temi delle grandi riforme, sta dando i suoi risultati e il voto unanimemente positivo sul decreto ne è una concreta dimostrazione”, aggiunge il Ministro. “Finalmente, da adesso, i bilanci pubblici potranno diventare trasparenti, comprensibili e confrontabili tra loro, cosa che finora non era mai stata realizzata. Un grazie sia alle forze di maggioranza che a quelle di opposizione per un lavoro fruttuoso che – sottolinea – deve essere preso come esempio di approccio nei confronti di tutte le altre future riforme”. “Per la prima volta un decreto attuativo della legge 42/2009 è stato approvato all’unanimità in Bicamerale e questa circostanza è motivo per me di grande soddisfazione”, fa eco il presidente della Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, Enrico La Loggia. “C’è stato un ottimo lavoro da parte dei relatori Linda Lanzillotta e Roberto Simonetti – riconosce La Loggia – tanto che, alla fine, si è pervenuti ad un parere congiunto che ha recepito anche quello alternativo inizialmente predisposto dall’Idv”. Quanto al merito del provvedimento, il presidente della Bicamerale rileva che “si tratta di uno dei decreti più importanti dell’intero impianto del federalismo fiscale, un testo che porterà finalmente chiarezza nella giungla dei bilanci delle Regioni, delle Istituzioni locali e degli altri enti ad esse collegati. Un cambiamento sostanziale ed epocale – conclude l’esponente Pdl – dell’intero meccanismo di contabilità pubblica nel nostro Paese dopo oltre trent’anni”. “L’armonizzazione dei bilanci pubblici è un ottimo risultato della nostra battaglia: i bilanci omogenei delle amministrazioni pubbliche portano maggior trasparenza, dunque ci pare che il voto di oggi sia molto positivo. A questo punto, la Lega deve prendere atto che ha sbagliato ad inseguire il Pdl sulla strada sbagliatissima del fisco municipale e che quel decreto va completamente riscritto. Se non garantirà un impegno serio, e la riscrittura di quel testo, il 30 giugno i sindaci, a partire da quelli leghisti al nord, si trasformeranno negli esattori di Tremonti”, afferma Francesco Boccia, coordinatore delle Commissioni economiche del Gruppo del Pd. “È una cosa positiva e con l’occasione voglio complimentarmi con Roberto Simonetti, relatore di maggioranza e deputato della Lega che ha fatto un lavoro tenace e insieme al relatore di minoranza ha portato a casa l’unanimità della commissione”, commenta invece il vicepresidente della Commissione per il federalismo fiscale, Paolo Franco (Lega). “È un processo importante perché non è solamente una questione tecnico-contabile – spiega Franco – in quanto omologare e riorganizzare le strutture di bilancio degli enti locali significa anche passare da registrazioni puramente amministrative ad una contabilità organica che permettere di valutare la qualità dell’ amministrazione. È chiaro che ci sarà un periodo transitorio e di assestamento – precisa Paolo Franco – per avvicinarsi alle nuove forme di contabilità economico-patrimoniali e alla fine la capacità degli elettori di valutare i propri amministratori. Il tutto – conclude – produrrà degli effetti positivi”.

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