Un nuovo piano per la lotta alla corruzione

l 6 Settembre 2011
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Non è una piaga solo italiana: ogni anno 120 milioni di euro – circa l’1% del Pil dell’Unione europea – spariscono a causa della corruzione. L’80% dei cittadini ritiene che sia uno dei principali problemi del proprio paese e chiede alla politica una risposta più efficace. Il 31 agosto la Commissione europea ha presentato e discusso in Parlamento il pacchetto di misure “Combattere la corruzione nell’UE”, già pubblicato in giugno scorso.
Negli ultimi dieci anni è stato creato un quadro normativo per contrastare la corruzione in Europa. Purtroppo i risultati sono ancora scarsi e non tutti i Paesi membri hanno fatto gli sforzi necessari. E l’Italia – accompagnata dall’Austria e dalla Germania –  non è nella migliore posizione: non ha nemmeno ratificato la Convenzione penale sulla corruzione del Consiglio d’Europa.
L’ostacolo principale resta l’attuazione delle norme a livello nazionale. “Questo riflette la mancanza di volontà politica nella lotta alla corruzione in tutte le sue forme” sottolinea un rappresentante della Commissione.

Un appuntamento biennale
Per rispondere all’inerzia delle politiche degli Stati membri è stato creato un nuovo sistema che prevede un “rapporto anti-corruzione” ogni due anni. Un appuntamento importante che entrerà in vigore dal 2013 e che permetterà di potenziare la legge a livello nazionale.
Gli Stati membri non dovranno investire nuove risorse per questo progetto. La Commissione utilizzerà infatti “dei meccanismi di monitoraggio già esistenti, rivolgendosi anche ad esperti indipendenti, specialisti in affari e esponenti della società civile”.

Più tutelati e più rapidi
I deputati hanno accolto con grande entusiasmo le misure proposte evidenziando l’importanza di tutelare chi denuncia un atto di corruzione e una maggiore rapidità nelle indagini. “Abbiamo bisogno di una forte volontà politica per mettere fine a questo problema” spiega il conservatore britannico Timothy Kirkhope.
Mentre secondo Louis Michel, deputato liberale belga, bisogna “spingere il Consiglio dell’UE – l’organo che rappresenta gli Stati membri, ndr – a prendere una posizione”.

Passare all’azione
Come assicurarsi che i Paesi membri mantengano l’impegno politico necessario? Questa e altre questioni saranno sollevate dal Partito popolare europeo, dalla Sinistra Unita e dai Verdi, che avrà luogo il 14 settembre durante la prossima plenaria.

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