Il d.d.l., presentato su proposta del ministro per i beni e le attività culturali, Giancarlo Galan, e del ministro della giustizia, Nitto Palma, arriva poche settimane dopo il “caso di piazza Navona”, quando uno squilibrato danneggiò uno dei mascheroni della fontana del Moro, restaurata a tempo di record. “Ringrazio il ministro Galan che, con il disegno di legge a sua firma approvato in consiglio dei ministri ha raccolto il nostro appello”, dice il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che aggiunge: “Quanto accaduto a Piazza Navona ci ha mostrato che il danneggiamento delle opere d’arte deve essere considerato un reato grave perché si tratta di un danno non solo contro il nostro patrimonio ma anche contro la civiltà del nostro Paese e in generale contro l’umanità, e pertanto merita l’arresto”. La norma, che consente al magistrato di disporre l’arresto e la carcerazione preventiva per chi deturpa i monumenti, mira anche al potenziamento dell’attività svolta dal Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. Sarà infatti possibile per le forze dell’ordine utilizzare, per l’incremento delle proprie dotazioni, i mezzi di trasporto sequestrati nel corso di interventi compiuti a tutela dei beni culturali. Infine, i Carabinieri del CCTPC potranno effettuare operazioni sotto copertura, nonché speciali azioni di contrasto anche su Internet, avvalendosi dei medesimi strumenti operativi attualmente disponibili per i delitti concernenti la pedopornografia. Il disegno di legge introduce il delitto di “danneggiamento, deturpamento o imbrattamento di beni culturali o paesaggistici”. Il nuovo reato sarà assistito da un trattamento sanzionatorio severo – fino a sei anni di reclusione – e punito anche se commesso per colpa. Viene, inoltre, prevista la nuova figura di reato di “furto d’arte” ed incrementato il trattamento sanzionatorio dei delitti che si collocano a valle rispetto al trafugamento del bene culturale (ricettazione, riciclaggio, ecc.). Altre misure attengono al contrasto della condotta di ricerca illecita di beni archeologici mediante metal detector. In questo ambito, oltre ad aggravare le pene previste per chi effettua ricerche abusive di reperti impiegando tali strumenti, è anche prevista la punibilità di chi viene trovato ingiustificatamente in possesso di metal detector all’interno di un’area archeologica. Il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, esprime “grande soddisfazione”. “Le norme vigenti – ricorda – non sono adeguate a contrastare efficacemente tutta una serie di fenomeni criminosi, tra cui quello, purtroppo piuttosto frequente, del danneggiamento di beni culturali o ambientali. Si tratta di crimini intollerabili in generale, e specialmente per un Paese che si può considerare un museo a cielo aperto e che deve tutelare il suo patrimonio artistico e culturale, anche quale insostituibile risorsa sotto il profilo della attrattiva turistica”. “L’inasprimento delle pene per i reati contro il patrimonio artistico e culturale approvato in Consiglio dei ministri è una notizia estremamente positiva e dimostra l’impegno del governo Berlusconi su un settore strategico per lo sviluppo del Paese”, dice il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, che aggiunge: “La storia ha donato all’Italia un patrimonio che non ha eguali nel resto del mondo e ha fatto del nostro Paese la nazione che detiene il maggior numero di siti dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Si tratta di un privilegio, questo, che se da un lato ci rende orgogliosi dall’altro ci pone davanti ad una responsabilità particolare nella salvaguardia e nella conservazione delle nostre ricchezze. Una responsabilità a cui il ministro Galan ha fatto fronte in modo tempestivo e concreto”.
Monumenti e paesaggio, la protezione si rafforza
Danneggiamento, imbrattamento e deturpamento di beni culturali o paesaggistici puniti con reclusione da uno a sei anni. Lo prevede un d.d.l. approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. Sindaci soddisfatti
Il d.d.l., presentato su proposta del ministro per i beni e le attività culturali, Giancarlo Galan, e del ministro della giustizia, Nitto Palma, arriva poche settimane dopo il “caso di piazza Navona”, quando uno squilibrato danneggiò uno dei mascheroni della fontana del Moro, restaurata a tempo di record. “Ringrazio il ministro Galan che, con il disegno di legge a sua firma approvato in consiglio dei ministri ha raccolto il nostro appello”, dice il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che aggiunge: “Quanto accaduto a Piazza Navona ci ha mostrato che il danneggiamento delle opere d’arte deve essere considerato un reato grave perché si tratta di un danno non solo contro il nostro patrimonio ma anche contro la civiltà del nostro Paese e in generale contro l’umanità, e pertanto merita l’arresto”. La norma, che consente al magistrato di disporre l’arresto e la carcerazione preventiva per chi deturpa i monumenti, mira anche al potenziamento dell’attività svolta dal Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. Sarà infatti possibile per le forze dell’ordine utilizzare, per l’incremento delle proprie dotazioni, i mezzi di trasporto sequestrati nel corso di interventi compiuti a tutela dei beni culturali. Infine, i Carabinieri del CCTPC potranno effettuare operazioni sotto copertura, nonché speciali azioni di contrasto anche su Internet, avvalendosi dei medesimi strumenti operativi attualmente disponibili per i delitti concernenti la pedopornografia. Il disegno di legge introduce il delitto di “danneggiamento, deturpamento o imbrattamento di beni culturali o paesaggistici”. Il nuovo reato sarà assistito da un trattamento sanzionatorio severo – fino a sei anni di reclusione – e punito anche se commesso per colpa. Viene, inoltre, prevista la nuova figura di reato di “furto d’arte” ed incrementato il trattamento sanzionatorio dei delitti che si collocano a valle rispetto al trafugamento del bene culturale (ricettazione, riciclaggio, ecc.). Altre misure attengono al contrasto della condotta di ricerca illecita di beni archeologici mediante metal detector. In questo ambito, oltre ad aggravare le pene previste per chi effettua ricerche abusive di reperti impiegando tali strumenti, è anche prevista la punibilità di chi viene trovato ingiustificatamente in possesso di metal detector all’interno di un’area archeologica. Il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, esprime “grande soddisfazione”. “Le norme vigenti – ricorda – non sono adeguate a contrastare efficacemente tutta una serie di fenomeni criminosi, tra cui quello, purtroppo piuttosto frequente, del danneggiamento di beni culturali o ambientali. Si tratta di crimini intollerabili in generale, e specialmente per un Paese che si può considerare un museo a cielo aperto e che deve tutelare il suo patrimonio artistico e culturale, anche quale insostituibile risorsa sotto il profilo della attrattiva turistica”. “L’inasprimento delle pene per i reati contro il patrimonio artistico e culturale approvato in Consiglio dei ministri è una notizia estremamente positiva e dimostra l’impegno del governo Berlusconi su un settore strategico per lo sviluppo del Paese”, dice il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, che aggiunge: “La storia ha donato all’Italia un patrimonio che non ha eguali nel resto del mondo e ha fatto del nostro Paese la nazione che detiene il maggior numero di siti dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Si tratta di un privilegio, questo, che se da un lato ci rende orgogliosi dall’altro ci pone davanti ad una responsabilità particolare nella salvaguardia e nella conservazione delle nostre ricchezze. Una responsabilità a cui il ministro Galan ha fatto fronte in modo tempestivo e concreto”.
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