Si è chiusa il 5 novembre scorso Eurocites 2011. I 400 delegati, arrivati mercoledì 2 novembre da tutta Europa, sono rientrati nelle proprie città. A causa dell’alluvione, che si è abbattuta incessantemente su Genova, gli ospiti hanno dovuto rinunciare al giro turistico nel centro storico.
Ieri invece, in mattinata, i rappresentati dei Paesi del sud del Mediterraneo hanno dibattuto sui temi della coesione e dell’immigrazione.
A seguire Marta Vincenzi, primo cittadino di Genova, e Frank Jensen, presidente della manifestazione e sindaco di Copenhagen, hanno concluso il dibattito con le parole chiave: network, partecipazione e vivibilità urbana. Genova ha risposto positivamente: “È forte la sua presenza in Eurocites, ci stiamo muovendo da tempo in un’ottica di sostenibilità. Genova c’è” dichiara Vincenzi. “Per uscire dalla crisi abbiamo bisogno di più Europa”. “Stiamo vivendo un anno difficile dal punto di vista politico, ma credo che questo lavoro fatto dalle città che si riconoscono come stakeholders dell’Europa sia un lavoro da preservare e valorizzare”. La Vincenzi ricorda che “non è possibile considerare l’urbs distinta dalla civitas e dobbiamo sforzarci di mettere assieme il territorio costruito con quanti lo vivono ogni giorno”. “Il rischio – prosegue – è che la lentezza dei cambiamenti organizzativi delle nostre città non regga la velocità con cui cambiano i cuori degli uomini”.
Ringraziando i sindaci europei intervenuti all’assemblea di Eurocities, il sindaco ha ricordato che “Genova oggi può dire a pieno titolo di conoscere il valore di questo network, che è condiviso anche dai cittadini visto che il grande privilegio offerto alle città che ospitano l’assemblea annuale è proprio quello di far diventare popolare una scelta che altrimenti sarebbe solo d’èlite”.
In chiusura dell’assemblea, il sindaco di Copenaghen e presidente di Eurocities Frank Jensen ha ricordato che “le città sono il luogo in cui i problemi dell’Europa saranno risolti”. “L’Ue sarà più smart, sostenibile e inclusiva – afferma Jensen – solo se lo saranno le sue città”.
Aumentare l’azione di lobbying istituzionale per assicurare una forte dimensione urbana nella nuova politica di coesione e stimolare il dibattito sulle strategie adottate dalle città europee sono gli obiettivi per il 2012 di Eurocities, che organizzerà la sua prossima assemblea annuale a Nantes. Jensen ha inoltre annunciato che a marzo il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso incontrerà a Copenaghen i sindaci del Comitato esecutivo di Eurocities.
Riportiamo di seguito anche le dichiarazioni dei sindaci di Venezia e Torino.
Orsoni (sindaco di Vanezza): “Strategie comuni per la coesione sociale, ma serve intervento della Comunità europea per gestire flussi migratori”. “Il tema della coesione sociale e dell’immigrazione è un problema di grande rilevanza, perché con i flussi di popolazione che si muovono non solo dal di fuori dell’Europa, ma anche all’interno della Comunità, è chiaro che si creano dei problemi di compatibilità con la popolazione residente”. Dichiara il sindaco a margine del dibattito avvenuto il 5 novembre a porte chiuse ad Eurocities tra i sindaci delle città del Mediterraneo.
“A Venezia lo affrontiamo con un grande intervento delle politiche sociali in modo da favorire, con un termine moderno, il meticciato e far convivere in armonia la popolazione residente e quella che viene da fuori”. Continua il sindaco: “Questa è una delle politiche più importanti del comune che affrontiamo attraverso le mediazioni linguistiche e culturali per cercare di realizzare e favorire questa integrazione”.
In un periodo di crisi economica e di grandi flussi di persone, le città del Mediterraneo si trovano tutte ad affrontare problematiche simili, anche come condizione storica di scambi e commerci del mare nostrum.
Il sindaco di Venezia, proprio per la somiglianza delle problematiche che le città europee si trovano ad affrontare, afferma che si possono, anzi si devono, fare strategie comuni “che però dovrebbero essere gestite e coordinate a livello superiore, e mi riferisco sopratutto ai flussi che avvengono all’interno della comunità come quelli dei rom e dei sinti. Essendo cittadini europei – conclude Orsoni – è a livello di Comunità europea che vanno gestiti”.
Fassino (sindaco di Torino): “Costruire città capaci di integrare”. “Il modo in cui una città è strutturata dal punto di vista urbanistico e territoriale è parte dell’integrazione sociale e della qualità della vita dei cittadini”. Afferma il sindaco partecipando al Mayors debate in corso all’Assemblea annuale di Eurocities a Genova.
“È importante costruire delle città che siano capaci di integrare gente che viene da lontano senza creare forme di separazione e di ghettizzazione, capaci di riprodurre forme di esclusione sia pure in forma soft. Noi stiamo creando le condizioni perché la dimensione multietnica e multiculturale viva trasversalmente in modo pieno sia nell’housing sociale sia nelle politiche scolastiche che nelle politiche culturali”.
“Torino è una città che in questi anni ha conosciuto una crescente immigrazione con un flusso costante che ha portato ormai la popolazione immigrata ad essere il 15 per cento dell’intera città. – prosegue Fassino – È evidente che questo sollecita fare politiche di accoglienza e di integrazione sempre più intense ed è quello che stiamo facendo per realizzare sia verso gli immigrati di prima generazione sia verso i loro figli un’integrazione che li faccia vivere pienamente come cittadini e consenta alla città di vivere questa dimensione multiculturale della città come tratto della sua nuova identità da oggi in poi”.
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